Grafica di Linda Chen
Pensavo che questi giorni non sarebbero mai arrivati. Li ho aspettati con discreto sospetto più che con ansia e impazienza. Ma, alla fine, il tempo scorre inesorabile e la sabbia nella clessidra scende lenta e costante, anche se a noi può sembrare che alcuni momenti siano eterni e altri durino come un battito di ciglia. E comunque alla fine eccomi qui, alla vigilia del compimento del mio diciottesimo anno, all’inizio del mio ultimo anno di liceo e a dieci giorni dal primo voto politico della mia vita. Ecco, questo è uno di quei momenti in cui tutto ti ruota intorno e ti senti posizionato esattamente al centro dell’occhio di un ciclone di ragguardevoli dimensioni nel quale regna una apparente quiete che ti ammalia come una sirena pronta a travolgerti e trascinarti via mentre tu annaspi incapace di reagire. Ma, alla fine, in fondo, cosa significherà mai crescere e maturare, se non che dovrai prendere decisioni vagamente più serie di quelle con cui sei stato messo alla prova finora e che condizioneranno solo un poco di più la tua vita ponendoti di fronte al fatto certo e compiuto che scegliere qualcosa significa inevitabilmente rinunciare a qualcos’altro? Oddio, quindi una scelta è una rinuncia per definizione? No. Vorrei sperare, sognare, immaginare di potere aspirare a qualcosa di grande. A tutto quello che penso sia realizzabile, raggiungibile, vorrei poter non imporre limiti che vengano proprio da me stesso; vorrei ambire all’eccellenza senza compromessi e senza timidi tentativi di rimanere nella mia confort-zone pur di non rischiare. Vorrei, in sostanza, che maturare significasse essere coscienti delle proprie potenzialità senza la paura di metterle in campo pur a rischio di un fallimento. Vorrei regalarmi una vita che mi soddisfi, che è quella che auguro a tutti coloro che hanno percorso un pezzo di strada con me in questa scuola. Vorrei avere tante idee, molti ideali e non cadere preda delle ideologie. Perché un’idea, anche se può sembrare un ossimoro, è concreta, è realizzabile e rende libero il pensiero, è figlia del libero arbitrio e dell’autonomia intellettuale, l’ideologia no. Essa è retorica, è utopistica, è schiava dei confini rigidi entro i quali è costretta a muoversi e rimbalzare, contenuta com’è in un limite impermeabile allo spontaneo flusso di pensiero e quindi inevitabilmente totalizzante e mai arbitraria. Ecco, forse, alla fine, crescere e maturare è concedere a se stessi il regalo più grande che ci si possa fare: avere idee, avere opinioni, avere sogni e avere il coraggio, la forza, la caparbietà e la perseveranza per sostenerli, perseguirli e farli propri.
Buon anno e buona vita a tutti.
Giacomo Di Maria
Nessun commento:
Posta un commento