giovedì 29 dicembre 2022

Il mondo del calcio piange "O Rei"



 Edson Arantes do Nascimento si è unito all’Olimpo dei grandi, per sempre.

Se n’è andato Pelè, il grande, l’irraggiungibile,

l’impareggiabile. Quanto sia stato immenso come campione e come sportivo lo sappiamo tutti, nonostante il giornalismo sportivo abbia voluto, e ancora intenda, forzare in continuazione paragoni con altri mostri sacri del pallone come Maradona o Messi. Ma Pelè è stato altro.

È stato un uomo di caratura immensa.

Nato ultimo tra gli ultimi e destinato probabilmente, in un Brasile in cui le differenze sociali negli anni quaranta e cinquanta erano impietose, a rimanere incastrato tra le lamiere delle favelas di Tres Coracoes e a calciare solo i frutti del mango con cui, a piedi scalzi, si allenava con l’aiuto del padre. Ma, nonostante questo, ha avuto la forza di volere fortemente un destino diverso, aiutato dal dono che Dio gli ha fatto e che ha saputo coltivare con caparbietà e perseveranza senza mai però dimenticare le proprie origini; anzi, facendone la propria forza e mettendole al centro del proprio orgoglio di uomo e di sportivo.

Ha avuto fame di riscatto e non di gloria.

Al contrario di tutti gli altri grandi campioni di calcio, compresi quelli attuali, che spesso condividono con lui umilissime origini, Pelè è sempre rimasto un uomo solido, senza eccessi, con i piedi per terra, rifuggendo lussi e sfarzi e non dimenticandosi mai degli ultimi che aveva lasciato indietro e, anzi, prendendosene cura con dedizione e costanza non solamente con concreti aiuti economici, ma dando loro e condividendo con loro la propria dignità e il proprio orgoglio. Non è divenuto uno di quei personaggi che ricordano le proprie radici per convenienza e per pubblico plauso magari durante una conferenza stampa, ma ha con semplicità e spontaneità continuato a vivere solidamente ancorato a quelle stesse radici, attingendo da esse linfa vitale per portare l’uomo che era divenuto al cospetto del mondo senza maschere e sovrastrutture ridondanti. Mai ha fatto parlare di sé per cadute morali o di stile, mai ha occupato le prime pagine dei giornali per eventi che facessero trasparire la minima boria o una accennata superbia ma solo per le sue doti immense di sportivo inarrivabile e ammirevolissimo essere umano.

Non ha ceduto alle lusinghe della vita dorata, alle carezze della fama ed è rimasto fino ala fine un esempio di solidità, moralità e stile. E anche quando la mannaia della vita gli ha fatto presente che il termine era alle porte, è rimasto un esempio per tutti dando dimostrazione di come un campione lotti in silenzio, con grinta e tenacia non mollando mai fini all’ultimo respiro.

E alla fine il ricordo di Pelè sarà sempre accomunato alla parola “umiltà”, dote rarissima che scintilla solo nelle gesta di coloro che, pur se grandissimi, scelgono di vivere come se non lo fossero.

Giacomo Di Maria 

Nessun commento:

Posta un commento

Il Blog consiglia:

PODCAST - Una testimonianza da Gaza: Intervista alla Dottoressa Elvira Del Giudice

Il podcast del Blog degli Studenti giovedì 16 novembre 2023 ha ospitato la Dottoressa Elvira Del Giudice. La Dottoressa ci ha fornito una te...

Top 5 della settimana