sabato 14 gennaio 2023

ChatGPT: il futuro è già qui


 L’intelligenza artificiale è una tecnologia in rapida evoluzione che sta cambiando il modo in cui le persone

interagiscono con i computer, in quanto si concentra sulla creazione di macchine in grado di svolgere compiti che richiederebbero l’intelligenza umana. Tra le sue applicazioni più avanzate ritroviamo la diagnostica medica, la guida autonoma, la robotica e la ricerca scientifica. 

Un’ulteriore funzione consiste nell’elaborazione del linguaggio naturale tramite dei software che sono in grado di simulare una conversazione con l’essere umano.

Tra questi, che vengono definiti chat bot o chatterbot, è stato lanciato il 30 novembre 2022 ChatGPT. Sviluppata da OpenAI, ChatGPT, vale a dire “Trasformatore Pre-addestrato Generativo”, è in grado di generare testo di qualità umana in modo automatico, grazie all’enorme databse di cui è fornita. Dal database in questione viene sviluppata una rete neurale in grado di analizzare un input o a una serie di prompt (delle istruzioni per generare un testo specifico) e produrre da questi frasi, paragrafi, testi o poesie che risultino naturali e comprensibili per gli esseri umani.

Per quanto innovativa e affascinante, ChatGPT può risultare anche pericolosa e compromettente. Ne è un esempio evidente il caso della studentessa americana che ha usufruito della chat bot per scrivere un tema universitario d’esame sul paradosso del terrore di Hume. Fortunatamente, il professore, riconoscendo delle anomalie sintattiche del testo, ha utilizzato un sistema di fast-checking riuscendo a scoprire l’inganno. Non sempre però si è così accorti. Il New York Times ad esempio ha fatto un esperimento in cui ha chiesto a ChatGPT di scrivere dei temi come se l’autore fosse un bambino di quarta elementare. Il team chiamato a valutare i testi prodotti non è stato sempre in grado di distinguere quelli realmente prodotti da un alunno da quelli artificiali.

Oltre a scopi illeciti, tuttavia, la chat può e dovrebbe essere usata per scopi utili e corretti, quali ad esempio aiutare le persone che soffrono di dislessia, o scrivere articoli che non richiedono interpretazioni ed essere un’ulteriore fonte di conoscenza.

Sta a noi dunque scegliere come utilizarla.

Voi che ne pensate? Contribuirà allo sviluppo, o sarà un passo verso l’annientamento delle facoltà intellettive umane?

Giorgia Gambarini


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