In questi giorni studenti delle terze classi della scuola media e del liceo sono impegnati nello svolgimento del
concorso letterario avente come tema il “DNA LASALLIANO”.Sono trascorsi 70 anni da quando, nel lontano febbraio 1953, Watson e Crick realizzarono il modello molecolare del DNA: una doppia elica simile ad una scala a chiocciola, depositaria delle informazioni genetiche alla base dell’ereditarietà dei caratteri.
Oggi prendiamo in prestito dalla scienza questa struttura per identificare i tratti distintivi e identificativi dell’essere lasalliano.
Ripensando al modello sperimentale, potremmo dire che gli elementi costitutivi dei due montanti della scala sono formati da una parte da noi alunni, dall’altra dai nostri Frère e dagli educatori, mentre i gradini sono i valori che, nel corso dei secoli, i Fratelli delle scuole cristiane hanno trasmesso a milioni di giovani, i loro allievi, valori condivisi che, con il tempo, sono diventati parte del nostro essere e ci rendono quello che siamo.
Impegno, Servizio ed Educazione nei confronti dei giovani e dei più vulnerabili, Fede, come base della comunità cristiana educante, Fraternità e Giustizia, come fondamento delle relazioni interpersonali, questi sono i gradini della scala, questi i pilastri degli insegnamenti lasalliani di ieri, di oggi e di domani.
In questo momento storico sembra quasi anacronistico parlare di educazione, ma la comunità lasalliana è come prima cosa una comunità educante, che crede fermamente nel potere della cultura che rende liberi, in quanto insegna a pensare con la propria testa e crede che, solo grazie al ragionamento, sia possibile realmente e concretamente cambiare il mondo.
Tuttavia, sappiamo che il DNA è ereditario, quindi i geni, gli elementi costitutivi che ci caratterizzano, sono trasmessi all’interno di uno stesso nucleo familiare, per generazioni. Infatti, nulla scompare, il DNA tiene traccia di tutto e, al bisogno, porta in superficie caratteri a lungo sopiti.
Qualcuno potrebbe pertanto obiettare che non sia corretto parlare di DNA lasalliano come elemento trasmissibile, in quanto la comunità scolastica non è accomunata dallo stesso nucleo di geni ma è un insieme di differenti individui.
La soluzione si può trovare, a mio avviso, in una frase di Richard Bach: “Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite…”
Noi siamo lasalliani perché apparteniamo ad una famiglia che, come tale, trasmette i propri geni e i propri valori. DNA e famiglia diventano termini indissolubili.
Tutti anelano a una famiglia, perché famiglia vuol dire nido, gruppo che ti supporta e ti sopporta per quello che sei, che ti aiuta a tirare fuori il tuo vero essere, i sogni, le aspettative, le ansie, le paure e a superare gli ostacoli della vita. E proprio come in una famiglia, i Frère insegnano a condividere, a rispettare, ad ascoltare, ad aiutare con pazienza, a mettersi nei panni dell’altro, del compagno, dell’amico in difficoltà, del più debole, dell’ultimo.
Scuola è famiglia, non casa.
Casa è un semplice posto dove abitare. Le case cambiano, la famiglia no.
Ohana, ovvero famiglia in hawaiano, è qualcuno che ti ama e da amare, è un caldo abbraccio, un posto sicuro dove nessuno viene abbandonato, dimenticato o lasciato indietro, un posto in cui ritrovare condivisione, educazione, esperienze di vita, sacrificio, pazienza, abnegazione e costante ricerca, dove si riceve in eredità il DNA lasalliano.
Filippo Maria Giovannini
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