venerdì 3 febbraio 2023

Il progetto Finestre: liceo De Merode e Centro Astalli



 Venerdì 20 gennaio gli studenti delle classi II scientifico B, II scientifico A e II Classico, (e mercoledì 1 febbraio per il I scientifico A) sotto il coordinamento del docente-referente prof. Davide Bisogno

e l’ assitenza  dei proff. Lavinia Luconi, Gianluca Sforza, Andrea Sicignano e Simone Sozio, hanno vissuto una giornata particolare, nell'ambito dell’ adesione al progetto curriculare Finestre (proposto dal centro Astalli di Roma), che ha come obiettivo la sensibilizzazione e la conoscenza del fenomeno antropologico dell'immigrazione, e che è culminato nell’importante incontro avvenuto proprio a scuola, con la testimonianza diretta di Duclair Ngongang, un camerunese che per motivi politici ha dovuto migrare, con non poche difficoltà, dal suo Paese di origine (il Camerun), fino in Italia. La testimonianza è stata preliminarmente introdotta da un assistente  del centro Astalli Gabriel Sanchez.

Potremmo descrivere l'incontro con una parola sola: speranza.

La voce bassa di Duclair all'inizio dell'incontro sottolineava la mancanza di confidenza nel parlare di un argomento così delicato con delle persone di cui non si conosceva neanche il nome.

Ascoltare il racconto di una persona che ha un retroscena diverso dal proprio è un’ esperienza da fare almeno una volta nella vita e ci ricorda di quanto siamo fortunati. È infatti nelle situazioni più difficili che non bisogna mai perdere la speranza, perché con la speranza si può affrontare tutto.

Un argomento di questa visita che ha affascinato molto è il concetto di “casa” e di essere "compresi", poiché Duclair originario della parte francofona del Camerun, nonostante l'accoglienza italiana, ha avuto difficoltà con la lingua e col sentirsi compreso. Strana sensazione, non  percepita quando nel suo viaggio verso l’Europa si è trovato momentaneamente in Francia, dove ha ravvisato difficoltà relazionali, ma meno difficoltà linguistiche, dimostrando come e quanto la Francia abbia inciso sul Camerun attraverso la colonizzazione del primo ‘900. 

Certo ci vuole audacia ad intraprendere un viaggio così pericoloso pieno di ostacoli e a non arrendersi, poiché è di fronte ad un problema più grande di noi che possiamo vedere la nostra forza e determinazione. Come ha fatto anche il nostro amico Duclair, che grazie alla sua audacia è riuscito ad arrivare vivo in un posto sicuro, ignorando ogni ferita che si procurava durante il suo viaggio e oltrepassando ogni ostacolo.

Avere paura in questi momenti critici ( il viaggio e l'arrivo in un luogo ignoto) è normale, dato che non si sa mai cosa ci si possa aspettare dal futuro imprevedibile;  Duclair durante il suo viaggio è stato addirittura sequestrato in Libia dai trafficanti di esseri umani e in quei frangenti ha pensato che fosse finita per lui.

Ma è stata l'ennesima prova di coraggio, senza il quale nessuno può andare avanti; è il cibo di cui un uomo si nutre per affrontare ogni tipo di difficoltà. Quest'incontro fa riflettere su quanto il coraggio sia necessario ad intraprendere un' esperienza del genere. Duclair,  definito genericamente immigrato politico, è soprattutto una persona, un eroe moderno non solo per la decisione di intraprendere un viaggio verso l’indefinito, ma per come ha gestito quella situazione così ardua.

Il suo viaggio è stato lungo, alla ricerca di un futuro migliore per sè e la sua famiglia (ancora in Camerun).

Il suo coraggio si è manifestato nel lasciare gli affetti e le proprie origini verso l'ignoto con l'incertezza di sopravvivere, sperando in un futuro migliore, in un luogo sicuro dove ricominciare a ricostruirsi una nuova vita, lontano da tutto ciò che amava, e per dare una Speranza proprio a tutto ciò che ama: la sua famiglia! 

Alla base dell'esperienza di Duclair c'è il principio di diversità, per esempio di tipo ideologico e politico tra il Camerun anglofono e il Camerun francofono, che è arrivato a ostacolare la sua libertà di uomo, ma anche il suo viaggio è stato in fondo determinato all'insegna delle diversità; durante il suo tragitto ha incontrato popolazioni diverse, lingue diverse, politiche diverse fino ad arrivare in Italia, un mondo completamente diverso con differenze non solo culturali, ma anche linguistiche e alimentari. 

Su tutto questa esperienza ci ha insegnato come ogni guerra provoca morti, povertà, malessere e profughi. Nel Camerun in questo momento c’è una brutale guerra civile, che ha fatto fuggire molte persone, creando moltissimi rifugiati. Questa testimonianza mostra come spesso una guerra crea non solo morti, ma nei sopravvissuti determina anche un resettaggio della propria identità culturale e sociale. Lo stesso Duclair nella vita quotidiana era un docente, costretto a fuggire e a lasciare tutto quello che aveva costruito. 

Per tutto ciò questa esperienza  rivela un’ importante verità: ogni giorno migliaia di persone compiono un viaggio alla ricerca di un riscatto, alla ricerca di  accoglienza, o semplicemente alla ricerca di vita e ciò non può e non deve essere negato. 


II scientifico B e Prof. Davide Bisogno

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