La comunità educante del San Giuseppe de Merode, come tradizione, si è ritrovata venerdì 31 marzo per commemorare il doloroso percorso compiuto da Gesù fino al Golgota, dove lo attendeva la croce del martirio.
La Chiesa ha conservato memoria delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni di nostro Signore e le prime testimonianze storiche sulla Via Crucis risalgono al 1200. All’inizio il fedele doveva recarsi personalmente nei luoghi dove Cristo era stato crocifisso ma, poiché il pellegrinaggio era estremamente difficile, la Chiesa decise di rappresentare nei suoi edifici 14 stazioni (quante ne aveva fatte Cristo nella sua Via Crucis) che portassero idealmente ogni credente a Gerusalemme, inoltre garantiva al fedele la stessa indulgenza plenaria che concedeva a coloro che si recavano in Terra Santa.
Attraverso la Passione del Signore ogni credente ripercorre, con grande partecipazione, le ultime ore di Gesù sulla terra, dal Monte degli Ulivi al Monte del Calvario, dove fu crocifisso, fino al giardino dove fu sepolto, in una tomba scavata nella roccia.
Rivivere il percorso di Cristo verso la morte è, per ogni fedele, momento di preghiera ma anche di riflessione e penitenza. Il cammino della Via Crucis non è solo un giorno sul calendario ma rappresenta il percorso di vita di ognuno di noi, la sofferenza, la disperazione, la solitudine, la personale croce che ogni giorno portiamo sulle nostre spalle, proprio come il nostro Maestro, una sorta di passaggio illuminato dal mistero della croce che, dal mondo terreno, conduce alla patria celeste. Ma la Via Crucis non è solo passione e dolore: è invito alla speranza, che non deve mai abbandonarci, e ci insegna ad aprirci all’attesa della resurrezione.
La comunità del San Giuseppe, in questo giorno denso di significato, ha voluto ricordare, tramite testimonianze vere, dirette, anonime, proprio la personale Via Crucis di alcuni suoi allievi.
Toccante è stata la riflessione del ragazzo con propositi suicidi, ombra di se stesso, riflesso lontano di un non più uomo/ragazzo, stanco di combattere perché risucchiato nel vuoto interno del nulla, in bilico appunto tra la vita e la morte. O della ragazza bullizzata dalle compagne sui social, derisa, violata nella sua intimità.
Solo il coraggio, la fiducia di farcela li ha salvati dal baratro della morte.
Lasciare la paura e accogliere la speranza questo è il senso della Via Crucis, oggi più viva che mai.
“Davanti alla paura che ci fa abbandonare gli amici
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DI STARE INSIEME.
Davanti al tradimento che ferisce e divide
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DELLA FEDELTÀ
Davanti all’ingiustizia che condanna
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DI ESSERE GIUSTI
Davanti alla paura che rinnega
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DELL’AMORE
Davanti all’indifferenza pulita
OGGI SCEGLIAMO Il CORAGGIO DI SPORCARCI LE MANI
Davanti all’ingiuria della violenza
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DELLA TUA PACE
Davanti al peso della croce
OGGI SCEGLIAMO il CORAGGIO DI PORTARLA CON TE
Davanti a un mondo sofferente
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DI AIUTARE GLI ALTRI A PORTARE I PROPRI PESI
Davanti a chi si batte il petto senza sperare
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DELLA FIDUCIA IN TE
Davanti alla Tua crocifissione OGGI SCEGLIAMO INSIEME A TE IL CORAGGIO DEL PERDONO
Davanti a chi ci dice di salvare noi stessi
OGGI SCEGLIAMO DI IMPARARE DA TE A DARE LA VITA PER GLI ALTRI
Davanti a un mondo che divide
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DELL’ESSERE UNITI DA TE
Davanti alla Tua morte
OGGI SCEGLIAMO IL CORAGGIO DELLA FEDE
Davanti al Tuo sepolcro dove tutto sembra finito
OGGI SCEGLIAMO INSIEME IL CORAGGIO DELLA SPERANZA.”
Filippo Maria Giovannini
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