Da qualche settimana è uscito l’attesissimo film di Barbie, che è immediatamente risultato campione di incassi in tutti i cinema del mondo ed in tutta sincerità
la cosa non mi sorprende affatto. La trama del film non è ciò che ci si aspetterebbe da un titolo del genere.Barbie, infatti, per via di un mal funzionamento nel suo mondo “Barbielandia” è costretta ad affrontare il mondo reale, per ristabilire l’equilibrio nella sua dimensione. Una volta entrata nel mondo reale, però, trova davanti a sé una realtà ingiusta, terrificante e sopratutto sessista, una situazione completamente diversa rispetto a ciò a cui è abituata. Grazie all’aiuto di due sorprendenti “umane” riuscirà tuttavia a salvare tutto ciò che la circonda e a cui tiene veramente.
Barbie è un riflesso della continua evoluzione del ruolo delle donne nella società. Nel passato, Barbie potrebbe essere stata vista principalmente come un'icona di bellezza stereotipata, ma oggi la sua rappresentazione si è ampliata per includere una varietà di professioni e ambizioni, incoraggiando le giovani ragazze a perseguire i loro sogni senza limitazioni di genere. Il limite di Barbie, forse, è proprio questo, il fatto che possa essere tutto e il contrario di tutto contemporaneamente: uno stereotipo plasmato dallo sguardo maschile e una figura che rappresenta in maniera emblematica indipendenza ed emancipazione.
Nonostante ciò si riesce a cogliere il senso del film che a parer mio risiede nell'intrattenere, nel dare un' immagine del mondo reale (per quanto stereotipata) e sopratutto nel ricordare alcuni attimi felici e spensierati della nostra infanzia, che non per forza devono andare perduti.
Vedere donne di tutte le età riunirsi per onorare il giocattolo che le ha cresciute mi ha fatto capire che in fondo, si tratta di molto di più che di un semplice giocattolo. Barbie è per tutte le bambine del mondo un idolo ed un punto di riferimento fondamentale. In questo caso Greta Gerwig, la regista del film, l’ha voluta rappresentare in un modo del tutto innovativo: facendola diventare una persona vera, con sentimenti ed emozioni umane, inserendo la sensazione più naturale in assoluto; l’insicurezza. Ma ha soprattuto voluto dare uno schiaffo alla misoginia e agli stereotipi che spesso tengono incatenate le donne. È per questo che definirei questo film un “inno al genere femminile”; è un tributo a quelle donne che ci hanno cresciuto e che anch’esse a loro volta sono state bambine, con dei sogni e delle ambizioni.
È con questo film ho capito che siamo un pò tutti Barbie.
Giorgio Corsi
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