La recente pubblicità della catena di supermercati Esselunga, ha suscitato scalpore nell’opinione
pubblica e soprattutto in ambito politico. Per chi non l’avesse vista, il contesto è la spesa al supermercato di una mamma con sua figlia, una bambina, che desidera con ingenuità solo apparente, di volere una pesca. Solo più tardi quel giorno scopriremo che aveva in mente un gesto geniale: donare il frutto al papà dicendo che il pensiero è stato della mamma, così la bambina fa da tramite tra i due genitori che intuiamo essere separati.Come accennavo il dibattito è diventato politico. La destra della presidente del consiglio si schiera: "Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante". La sinistra invece si esprime con le parole di Pierluigi Bersani: “Mi sembra davvero sbagliato, in questo e in altri casi, mettere in mezzo la sofferenza dei bambini su temi delicati per scopi commerciali". Mentre la destra presuppone un rifiuto del divorzio, legato al concetto di famiglia tradizionale, la sinistra invece lo difende e in questo sono d’accordo a sinistra. Non condivido invece la posizione di Bersani in quanto ho trovato anch’io toccante la pubblicità e che sia ovviamente a scopo commerciale non elude il fatto che sia geniale. Infatti sono convinto che le pubblicità non possano essere solo vuote immagini, talvolta noiose, con parole persuasive intente ad invogliare il pubblico. Questo spot ha una grande valenza umana ed è triste che sfoci, come spesso capita, in politica ma comprendo che sia inevitabile. Esselunga ha fatto centro perché la pubblicità è stata sulla bocca di tutti. Inoltre condivido la riflessione di Recalcati ovvero che il genitore al di là della propria libertà ha un’illimitata responsabilità nel momento in cui diventa genitore ed io aggiungo anche che è proprio il valore della serenità che una mamma e un papà devono sempre trasmettere sia separati che non.
Infine chiudo l’articolo con uno spunto interessante: la pesca nella mitologia cinese è simbolo di immortalità, come l’amore di un genitore verso il proprio figlio.
Nunzio Maria Monaco
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