venerdì 13 ottobre 2023

Un giorno infausto



 Ogni anno è zeppo di date importanti e degne di nota, spesso legate ad eventi cruciali nella storia umana. Che siano gioiose come il Natale o più serie come la giornata della memoria, esse possono essere ricondotte ad uno specifico fatto. Tuttavia, una data in particolare, è diventata un dì nefasto per pura credenza popolare, ritenuto un giorno prettamente sfortunato,

il venerdì 13. Negli Stati Uniti soprattutto, e negli altri paesi per induzione, grazie soprattutto alla globalizzazione e conseguente anglicizzazione del mondo, questo giorno è considerato estremamente negativo. Le origini di questa superstizione sono molteplici, a partire da una leggenda norrena che narra di come Loki, il dio dell’inganno, si infiltrò in una cena del Valhalla come tredicesimo, costringendo due dèi ad uccidersi ed oscurando il cielo, facendo nascere così la credenza del 13 come numero di sventura. Un’altra delle teorie più popolari è legata alla tradizione cristiana. Infatti, molte volte nella Bibbia vengono citati il giorno ed il numero come presagi di malaugurio, basti pensare al giorno della crocifissione di Cristo, ossia il venerdì santo, e l’ultima cena, nella quale i presenti -Gesù e gli Apostoli- erano esattamente 13. Per questo motivo, inoltre, tuttora, anche in Italia, si tende ad evitare tavolate con quel numero di persone. Questi fattori, uniti alla forte religiosità protestante, presente negli stati rurali americani, è ciò che molto presumibilmente ha portato alla convinzione che portasse sciagura. Ciononostante, questa concezione è endemica esclusivamente ai paesi anglofoni, ma è stato importato ovunque grazie alla diffusione dell’intrattenimento estero, il quale tramite cinema, libri e contenuti digitali di svariato genere, ha contribuito all’espansione ed alla mistificazione di questa credenza popolare. Infatti, in Italia, esiste una data analoga ben prima che si diffondesse questo fenomeno: venerdì 17. Il giorno incriminato, segue gli stessi motivi religiosi della sua controparte americana, tuttavia la cifra ha ben altre radici. Nell’antica Grecia, più precisamente nelle colonie dell’Italia meridionale di essa, Pitagora ed i suoi seguaci aborrivano questo numero, in quanto era in mezzo tra i numeri 16 e 18, considerati perfetti poiché rappresentanti superfici di un quadrato 4x4 e di un rettangolo 3x6. Anche nell’antico testamento, il diluvio universale accade il diciassettesimo giorno del secondo mese, nonostante ciò, nella tradizione ebraica il 17 porta molta fortuna, in quanto somma di 9, 6 e 2 che letti assieme nella loro lingua, formano la parola “buono”. Oltretutto, altro movente che potrebbe aver fomentato la cupa tradizione, è la scrittura della data in numeri romani XVII che, anagrammata, forma la parola VIXI in latino (vissi, ora sono morto). Un’ultima teoria, indubbiamente molto creativa, è quella della battaglia di Teutoburgo, in quanto fu proprio la diciassettesima legione, più precisamente essa e le 2 legioni successive, numeri che, da quel giorno, non furono più attribuiti ad ulteriori battaglioni. Persino nella tombola della smorfia, il 17 rappresenta la sfortuna. Paradossalmente, nell’Ellade stessa, nonostante gli influssi portati all’Italia, la giornata incriminata è abissalmente differente: nella penisola egea e nelle comunità ispanofone, è il martedì 13. Ci sono svariate ragioni riguardo al giorno, tra cui il dì stesso che è dedicato ad Ares, divinità della guerra, oppure la caduta di Costantinopoli nella quarta Crociata e successivamente nel 1453 per mano degli Ottomani, entrambe coincidentalmente accadute lo stesso giorno della settimana.

In conclusione, mentre il Venerdì 13 è temuto in molte parti del mondo, le differenze nelle credenze e nelle tradizioni culturali offrono un'interessante prospettiva su come le persone interpretano e reagiscono a questa data. Nonostante tutto, il Venerdì 13 continua ad essere una fonte di curiosità e discussione ovunque, dimostrando il grande, e per certi versi pericoloso, potere del coinvolgimento di massa.

Alessio Racioppi 

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