Una persona possiede un colore. Sì, sembra un’affermazione assurda a primo impatto, perché dato che il colore ci circonda tutti, chi ne può reclamare la proprietà?
Si tratta di Anish Kapoor, scultore contemporaneo britannico di origini irachene e indiane, che recentemente ha fatto debuttare nel mondo dell’arte il vantablack, o “il nero più nero del mondo” con la sua mostra “Untrue, Unreal”. Si tratta di un pigmento composto da nanotubi di carbonio, prodotto dalla Surrey Nanosystems nel 2014, in grado di assorbire fino al 99,97% delle radiazioni dello spettro visibile, creando degli effetti ottici davvero particolari. Oltre ad applicazioni nel campo delle scienze, come nei telescopi e nelle telecamere ad infrarossi, e quelle militari, ad esempio utilizzandolo per il camuffamento termico, il vantablack è stato anche utilizzato dalla BMV come vernice per la concept car X6 nel 2019. Tuttavia, nel campo dell’arte questo colore potrà essere utilizzato esclusivamente da Anish Kapoor, che ne ha comprato i diritti nel 2016, firmando un contratto con la Surrey e causando lo scalpore della comunità artistica.Lo scultore ha recentemente inaugurato una mostra a palazzo Strozzi, a Firenze, che durerà fino a febbraio 2024. La mostra è stata ideata in collaborazione con Arturo Galanzino, direttore generale della fondazione palazzo Strozzi, per porre in dialogo la scultura provocante dell’artista e l’architettura del palazzo pubblico. Lo scopo è quello di mischiare l’irreale, l’inverosimile (appunto Untrue, Unreal) con la nostra comune percezione della realtà, addirittura negandola. Per questo scopo il vantablack si presta benissimo, infatti le prime sculture realizzate per mettere in mostra le proprietà del colore erano, ad esempio, busti tridimensionali i cui volumi apparivano visibili solo di profilo e ad Anish Kapoor lo ha trovato subito interessante, in quanto da tempo voleva sperimentare con il concetto di vuoto. Ha dichiarato, in un’intervista, che "il problema è che il colore è emotivo, specialmente il nero… non credo che ci sarebbe stata la stessa risposta con il bianco". Inoltre, in risposta alle numerose critiche che gli sono state poste a riguardo ha detto "perché esclusiva? perché sto cercando di spingerli verso uno specifico uso, ho collaborato per anni con persone che realizzano cose in acciaio inox e anche quella è esclusiva". Ciò che forse sfugge all’artista è che l’acciaio inox non viene prodotto da una sola persona in tutto il mondo, mentre il Vantablack sì, e l’esclusività della collaborazione porta inevitabilmente a un ridotto potenziale artistico, siccome ad oggi quel pigmento può essere usato per esprimere solo la visione di Kapoor. Un’osservazione interessante è stata fatta dal suo collega Christian Furr, parlando al Daily Mail "tutti i grandi artisti hanno un debole per il nero – Turner, Manet, Goya… questo nero è come dinamite per il mondo dell’arte. Dovremmo poterlo usare. Non è giusto che appartiene a un solo uomo".
In tutta la comunità artistica però, la risposta più interessante (e forse anche più pratica) è stata quella di Stuart Semple, artista e critico britannico, che nel 2016 ha cominciato a produrre un pigmento rosa molto cangiante, vendendolo come il “rosa più rosa del mondo”, e inserendo un pop up sul suo sito che, insieme alle avvertenze per i cookie, chiede di spuntare una casella confermando di non essere Anish Kapoor. Infatti, Semple dichiara apertamente che, nonostante il colore sia relativamente economico (siamo comunque sui venti euro per boccetta di acrilico), non sia in realtà accessibile a tutti; infatti, Anish Kapoor non lo può comprare. Semple ha poi lanciato sul mercato anche il “verde più verde del mondo”, il “blu più blu del mondo” e il “giallo più giallo del mondo” e molti altri pigmenti accessibili sul suo sito. Nonostante poi abbia effettivamente prodotto e cominciato a vendere il “black 4.0” vendendolo come “nero più nero del mondo”, il suo iniziale commento riguardo a questa sua scelta sono parole secondo cui vivere: "Tutti ricordiamo i bambini che a scuola non prestavano le loro matite colorate a nessuno, questi rimanevano soli, senza amici. Va bene, Anish può avere il suo nero, ma noi dipingeremo con l'arcobaleno!".
Silvia Vannucci
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