giovedì 21 dicembre 2023

Ferragni - Balocco



 Tra le tante notizie che passano questi giorni, una ha fatto particolarmente scalpore nel mondo social, sia

per l’enorme polemica scaturita che per il personaggio direttamente coinvolto, ossia Chiara Ferragni: si tratta del “caso Balocco”, uno scandalo sul mercato, messo alla luce dall’Antitrust. Tutto ebbe inizio nel 2022 quando l’influencer fece una campagna promozionale per l’iniziativa "Chiara Ferragni e Balocco insieme per l'ospedale Regina Margherita di Torino", la quale consisteva nella vendita da parte della Balocco di pandori firmati Ferragni per sostenere la ricerca sul sarcoma dell’ospedale torinese. Apparentemente un nobile intento, poiché le stesse istituzioni che gestiscono i marchi e i diritti sia della Ferragni che della Balocco (Società Fenice e TBS Crew) hanno lasciato intendere ai consumatori che, acquistando questo “Pandoro Pink Christmas” a prezzo estremamente gonfiato (9 euro rispetto ai 3,70 del normale pandoro Balocco), avrebbero direttamente contribuito alle donazioni per il Regina Margherita, cosa che effettivamente non fu in quanto le due società hanno incassato una somma di oltre un milione di euro senza versare nulla all’ospedale. Infatti, la fantomatica donazione menzionata, era già stata fatta dalla sola Balocco nel maggio dello stesso anno, ed ammontava a circa 50.000 euro. Ed è proprio per questa pubblicità ingannevole che si è subito messa in moto l’antitrust, multando pesantemente entrambi gli enti (1 milione per la Ferragni e 420 mila per l’industria dolciaria). Questo antefatto, però, ha immediatamente scatenato un enorme polverone sui social, attivando persino il nostro attuale presidente del consiglio: Giorgia Meloni. Quest’ultima, ieri, durante Atreju (manifestazione politica della destra italiana), nel suo discorso non ha mancato di citare indirettamente l’influencer con le seguenti parole: “Il vero modello da seguire non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse, facendo da eco al design o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce.”. Ovviamente non sono mancate le critiche a questo intervento, considerandolo gratuito ed inopportuno. Anche la scrittrice Selvaggia Lucarelli si schiera contro la celebrità, dubitando giustamente della precedente iniziativa di beneficenza della Ferragni, quella delle uova di Pasqua in collaborazione con la Dolci Preziosi, scrivendo questo post su X: "Oggi sul Fatto scrivo di come la promozione delle uova di Pasqua benefiche di Chiara Ferragni con Dolci Preziosi nel 2021 e 2022 abbia seguito lo stesso schema, altro che errore di comunicazione. Lei ha percepito cachet di 500 e 700 000 euro e Dolci preziosi ha donato 12 e 24.000 euro. Ferragni ha promosso le uova dicendo che lei e Dolci preziosi sostenevano i Bambini delle Fate, ma di fatto era una fruttuosa operazione commerciale". Seppur questo fatto non sia ancora appurato, la Dolci Preziosi ha immediatamente precisato in una nota che si dissocia riguardo ad “una presunta volontà dell’azienda Cerealitalia (Marchio sotto cui cade Dolci Preziosi) di scrivere che il contributo erogato dall’azienda stessa, all’Impresa Sociale, fosse legato alle vendite delle uova 'Dolci Preziosi – Chiara Ferragni”. Ovviamente non manca la presa di parte del marito della Ferragni, che si scaglia barbaramente contro entrambi i post di critica, lamentandosi rispettivamente della Meloni in quanto invece di parlare di questioni governative salienti come la pressione fiscale, la disoccupazione giovanile e la recente manovra finanziaria parla dell’inaffidabilità delle persone sul web, e della Lucarelli, ritenendola una “non-giornalista” perditempo e fannullona. Nonostante tutto, sicuramente in seguito a questo enorme maremoto, la Ferragni ha pubblicato un video nel quale si scusa pubblicamente, affermando di donare all’ospedale Regina Margherita 1 milione e di interrompere queste iniziative dubbie per focalizzarsi sulla semplice commercializzazione di prodotti. Nel video, aggiunge, però un’aspra critica all’AGCM, ritenendo indebitamente alta questa sanzione a seguito del suo “errore in buona fede”. Ciò ha scaturito un dibattito ancora aperto: questa pubblicità ingannevole, può essere considerata frode o si tratta semplicemente di un errore (più o meno volontario) nella comunicazione?

Alessio Racioppi

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