Nel corso del tempo, l'orologio da polso ha sviluppato la propria storia da semplice strumento di misurazione a icona di stile e precisione. Abraham-Louis Breguet,
Ma come e perché fu creato l'orologio da polso?
Fino al XIX secolo, l'orologio da polso era assente. Mentre gli orologi da taschino e da arredo dominavano; nessuno aveva ancora immaginato l'idea di un orologio da polso. Nei primi anni del 1800, si cominciarono a concepire i primi modelli di orologio con cinturino. Nel 1810, la Regina di Napoli, Carolina Murat, commissionò a Abraham-Louis Breguet, orologiaio svizzero, un orologio a ripetizione da polso, anticipando l'evoluzione imminente. L'effettivo inizio della storia dell'orologio da polso risale al 1868, quando Patek Philippe, fondatore della rinomata casa di orologi ancora oggi in attività, creò il primo segnatempo da polso. La contessa Koscowicz d'Ungheria, appassionata delle arti e dell'avanguardia tecnica, acquistò questo orologio montato su un bracciale d'oro. Ancora oggi, questo modello è considerato il primo orologio da polso di sempre.
L'orologio da polso rimaneva però un "accessorio" strettamente legato al mondo della moda femminile. Solo nel 1904, il primo orologio da polso maschile vide la luce grazie a una richiesta particolare dell'aviatore brasiliano Alberto Santos-Dumont all'amico Louis Cartier, l'abilissimo orologiaio e fondatore della Maison omonima. Santos-Dumont, desideroso di un orologio più pratico durante i voli sui suoi prototipi di aereo, chiese a Cartier di creare un segnatempo agile da consultare in cabina. Cartier ebbe l'idea geniale di montare l'orologio su un laccio di cuoio da indossare al polso. L'innovazione si rivelò così comoda che Santos-Dumont lo adottò sempre, sia in volo che a terra, dando vita a una nuova tendenza. Il celebre orologio Santos di Cartier, sviluppato basandosi sul prototipo di Santos-Dumont, fu introdotto sul mercato nel 1911, rivoluzionando lo stile maschile e continuando a essere prodotto ancora oggi. Ma è durante la Prima guerra mondiale, che l'orologio da polso diviene di largo uso: in battaglia, i soldati avevano bisogno di avere le mani libere e, allo stesso tempo, di conoscere l'ora esatta per coordinare temporalmente le operazioni tattiche tra differenti reparti che agivano verso lo stesso obiettivo ma che non potevano comunicare fra di loro. Per i grandi eserciti era necessario sapere l'orario per agire all'unisono quando l'ora di agire sarebbe giunta. La soluzione fu quella di avere un orologio che si potesse legare all'avambraccio: si creò, quindi, un vero e proprio uso quotidiano degli orologi da polso. Si pensi che, nel 1916, l'azienda H. Williamson, che li produceva, annotava nel suo report annuale: «un soldato su quattro ormai porta un orologio da polso, e gli altri tre faranno in modo di averne uno nel più breve tempo possibile». Durante una battaglia era infatti più comodo dare uno sguardo al polso, piuttosto che estrarre l'allora diffuso orologio da taschino. Le aziende produttrici cominciarono quindi a dotare gli orologi da polso di lancette più grandi, talvolta persino con indici luminescenti per la visione notturna.
Inizia così un'ampia produzione su scala industriale di questi orologi, per permetterne una distribuzione più ampia e, al contempo, renderli più economici.
Giorgio Corsi
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