mercoledì 6 dicembre 2023

Romeo + Giulietta: intervista a Fr. Alessandro Cacciotti



 Abbiamo ai nostri microfoni il Direttore Fr. Alessandro Cacciotti.

Come nasce il laboratorio teatrale nel De Merode e quale è stato il primo spettacolo rappresentato?

Il laboratorio il Quadriportico è nato nel 1990, quindi 33 anni fa, ed è nato con uno spettacolo intitolato “Il Malato Immaginario” che era una rappresentazione già fatta per la fine dell’anno scolastico a giugno; ci era piaciuta particolarmente e decidemmo di rifarla meglio organizzata con scenografia migliore e lo rifacemmo per Natale, quindi, nacque ufficialmente il Natale del 1990.

L’anno successivo cominciammo con i musical, il primo è stato My Fair Lady poi c’è stato Oliver e tanti altri.

Quali sono le sfide principali che il teatro Il Quadriportico ha affrontato e affronta ancora oggi?

La sfida principale è stata quella di essere capaci di coinvolgere ogni anno tanti ragazzi, di entusiasmarli, e poi quella di avere come obiettivo una realizzazione di uno spettacolo che fosse di un certo livello, di una certa bellezza anche dal punto di vista tecnologico come riuscita finale e non il solito teatrino di scuola.

Questo è stato l’obiettivo iniziale che ci siamo proposti, andare un po' oltre, ci siamo proposti di realizzare qualcosa di semi professionale, questa era la nostra ambizione e credo che ci siamo riusciti negli anni.

All’inizio quando abbiamo cominciato avevamo pochi strumenti anche dal punto di vista tecnologico poi negli anni ci siamo sempre più specializzati e arricchiti e quindi oggi disponiamo di una strumentazione invidiabile.

Cosa lascia ai ragazzi questa attività e cosa lascia a Lei questa attività del teatro?

Io credo che l'esperienza teatrale possa lasciare a tutti quanti i ragazzi il ricordo bellissimo di aver fatto parte di un gruppo di livello artistico elevato, una grande soddisfazione per aver sfidato se stessi nel salire sul palcoscenico a cantare, a ballare, a recitare e, per quanto riguarda gli attrezzisti e i tecnici, per aver lavorato in un contesto professionale. Inoltre il teatro lascia grandi amicizie perché è veramente un ricordo per la vita l'aver camminato in questo sentiero affascinante per tre mesi insieme. Le amicizie più durature che gli studenti del De Merode conservano per la loro vita derivano anche dalle molte esperienze come questa che la nostra scuola offre.

Qual è lo spettacolo che Le ha lasciato più emozione?

Se dovessi dire, dal punto di vista artistico, quello che secondo me è stato il più bello in assoluto, il più complicato ma anche quello riuscito meglio è stato lo spettacolo di Josef quello che raccontava la storia di Giuseppe della Bibbia quindi ambientato nell’antico Egitto e in Israele, veramente bello anche per la scenografia che era di livello superiore. Uno spettacolo che ha avuto tantissima partecipazione di ragazzi oltre ad un gruppo di bambini della Scuola Primaria. La storia, infatti, veniva raccontata nella palestra di una scuola a dei bambini che interagivano con gli attori e cantavano; il fatto di vedere dei bambini crescere e restare in contatto con il teatro per tutto il proprio percorso scolastico al De Merode è stata una grande soddisfazione. 

Oltre a Josef ci sono stati tutti gli spettacoli che abbiamo realizzato con l’istituto Vaccari, un'occasione per i nostri ragazzi di essere ispirati dai ragazzi dell'Istituto Vaccari, credo che negli anni in cui siamo riusciti poi ad andare a rappresentare le scene al Teatro Nazionale e all’Ambra Jovinelli abbiamo fatto una esperienza incredibile, ricordo che anche i tecnici di quei teatri erano commossi nel vedere come i nostri ragazzi interagivano con i ragazzi dell’Istituto Vaccari e quella unione che c’era, quel senso di amicizia e di affetto per cui non soltanto si recitava ma si facevano delle attività insieme, si mangiava insieme, si andava fuori insieme. Da quell'esperienza poi sono nate delle amicizie, sono rimaste per tanti anni, purtroppo la pandemia poi ha interrotto questa bellissima esperienza speriamo quanto prima di riprenderla.

Lei nel 2012 ha lasciato il ruolo di regista passando il testimone a Riccardo Angalli. L’ultimo spettacolo è stato importante per lei? E' stato contento di aver lasciato il ruolo di regista a Riccardo?

Contento di averlo lasciato a Riccardo sì, di aver lasciato il ruolo no. Riccardo è stata la soluzione migliore, ma più che una soluzione è stato una sorpresa incredibile e veramente una grande fortuna di aver trovato lui che si è preso cura di questa nostra creatura e l’ha condotta avanti così bene.

L’ultimo spettacolo che io ho fatto è stato Mozart forse è stata una delle più belle rappresentazioni che il Quadriportico ha allestito, almeno negli anni della mia regia, e anche quello mi ha lasciato tantissimi ricordi perché sapevo che in seguito non avrei più potuto partecipare in maniera così completa e quindi l’ho fatto con un po' di nostalgia nel cuore ogni volta che si lavorava. (Mozart è stato un vero capolavoro ndr)

Ora parliamo del nuovo spettacolo Romeo + Giulietta che andrà in scena a dicembre cosa ne pensa? Questa storia ha un significato particolare, perché è stato scelto proprio questo spettacolo e cosa porteremo in scena?

Lo spettacolo di Romeo e Giulietta intanto è un classico, non solo lo abbiamo già rappresentato un po’ di anni fa ma anche West Side Story che abbiamo portato in scena due volte è un po’ una edizione moderna di questa vicenda. Due gruppi di giovani che si sfidano e tra due giovani dei gruppi nasce l’amore.

Il tema di questo spettacolo è bellissimo perché ci racconta di passioni forti talvolta terribili, passioni grandi come l’odio e l’amore. In questo spettacolo si va proprio alle radici di questi due grandi sentimenti che sono quelli che caratterizzano la nostra umanità. Avremo modo di riflettere su come per un niente, un'incomprensione si possa sprofondare nelle vicende della vita. Nei nostri rapporti, però, se c’è l’amore e soprattutto se c’è qualcuno che rompe questa spirale così terribile si può verificare il cambiamento e i buoni sentimenti possono vincere.

Alcune volte perché questo avvenga ci deve essere addirittura il sacrificio di qualcuno, e non è sicuro che ci sia la riconciliazione.

Con il sacrificio, la morte di due giovani, è possibile rompere la catena di odio e di sangue?

Perché nasca l’amore si deve necessariamente passare attraverso le esperienze di qualcuno che ci rimette la vita?

Con questi interrogativi ringraziamo il direttore e vi diamo appuntamento il 14-15 e 16 dicembre nel nostro splendido teatro.

Pierluigi Giuliano

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