È passata da poco la Giornata Mondiale del Pi Greco, festività che, seppur possa suonare apparentemente inutile,
è in realtà una celebrazione internazionale delle scienze in generale con lo scopo di promuovere ed incentivare i saperi scientifici. Chiaramente, il nostro istituto - il San Giuseppe De Merode - non è stato da meno. Infatti, la scuola primaria, coadiuvata dall'Ispettore Giovannangelo e dalla Maestra Caruso, ha creato un’intelligenza artificiale generativa (l’equivalente di chat GPT), ma con una peculiarità: l’utilizzo esclusivo dei testi scolastici come database. I due docenti sono stati intervistati a TeleRoma 56 per presentare questa trovata. Questo strumento, reso possibile in primo luogo grazie alla pubblicazione da parte dell’UNESCO di un manuale riguardo all’utilizzo di queste complesse tecnologie, funziona in maniera molto semplice: innanzitutto raccoglie i dati che gli vengono forniti dall’esterno, un po’ come farebbe un qualsiasi motore di ricerca, dopodiché, un avatar a cui è stato associato, li rielabora in una sorta di pensiero, mirato ad ottimizzare la sintesi, la comprensibilità e l’esaustività.Tale prodigio artificiale potrebbe rappresentare un’innovazione in ambito scolastico, avendo una serie di enormi vantaggi rispetto ad una normale IA generativa o ad un browser. In primo luogo, stimola la curiosità rispetto al tradizionale metodo di studio su carta. Inoltre, migliora la competenza digitale che, nel mondo attuale, è una necessità fondamentale, al pari della conoscenza della lettura e della scrittura, in quanto, come questi ultimi, anche l’ambito digitale è onnipresente nella vita quotidiana dello studente. Consente inoltre un apprendimento di approfondimenti mirati e presi da fonti (solitamente) affidabili, ossia i libri di testo, senza il rischio che vengano diffuse informazioni false o errate, garantendo un rapporto ludico ed accattivante con la didattica. Ultimo, ma non per importanza, incentiva la mutua collaborazione e la cooperatività nell’apprendimento.
Tuttavia, non è esente anche da molteplici rischi, tra cui la tutela della privacy, la quale però è stata bypassata rendendo lo strumento esente dalla necessità di dati sensibili.
Recentemente, mi è stata data la possibilità di conversare con gli artefici dell’Intelligenza Artificiale, che hanno soddisfatto con successo una serie di dubbi. In primo luogo, il l'ispettore Aleardo Giovannangelo mi ha spiegato l’origine del progetto, affermando che è tutto iniziato 3 anni fa, con un esperimento di coding su Scratch assieme ad alcuni bambini. Questo si è poi evoluto, passando ad applicazioni pratiche tramite robotica, ad associazioni nel metaverso ed infine, proprio all’intelligenza artificiale generativa che, a breve, verrà collegata ad un avatar digitale nel metaverso d’Istituto. Hanno inoltre arguito di come questo progetto possa essere fondamentale in altri ambiti oltre a quello elementare e medio, poiché i feedback stessi degli studenti sono vantaggiosi e consentono all’intelligenza artificiale di tarare le risposte in base alla domanda che le viene posta, educando anche lo studente all’utilizzo di 'parole chiave' per formulare domande corrette.
Per concludere, ho avuto l’onore di sentire le opinioni dei diretti interessati, ossia gli alunni, i quali trovano il dispositivo divertente, utile per lo studio e per colmare eventuali lacune.
Alessio Racioppi
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