sabato 2 marzo 2024

La storia dei droni

Vi siete mai chiesti come siano nati i droni? Perché sono stati inventati e in che modo sono diventati strumenti indispensabili nel mondo di oggi?

Innanzitutto, per comprendere in quale periodo storico furono ideati, bisogna partire dalla definizione di questa tecnologia: il drone è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR). Il concetto di drone nacque nel XVIII secolo, quando alcuni pionieri dell’aerostazione vollero creare velivoli senza equipaggio; tuttavia, le conoscenze tecnologiche dell’epoca erano molto limitate, e questo progetto si limitò a giocattoli e modelli in scala, alimentati a mano o a molla.

La prima idea applicata veramente risale al 1849, quando gli Austriaci attaccarono Venezia con dei palloni carichi di esplosivo: alcuni finirono contro i bersagli prestabiliti, altri caddero sulle linee austriache a causa del vento. Sempre nel XIX secolo, i successivi progetti resero i droni dei velivoli controllati manualmente da un operatore a terra, ma erano ancora troppo pesanti e con una ridotta autonomia.

Un'ulteriore evoluzione ci fu nella Prima Guerra Mondiale, quando nel 1916 furono usati l’ “Aerial Target” (un prototipo di drone controllato mediante radiofrequenza) e l’ “Hewitt-Sperry” (noto anche come bomba volante, comandato con una serie di giroscopi montati internamente). Tuttavia, furono solo sperimentali, dato che la produzione di APR in larga scala ci fu durante la seconda guerra mondiale, grazie a Reginald Denny. Egli fu un aviatore che fondò una piccola società chiamata “Radioplane Company” e fece una dimostrazione per l’esercito statunitense con un prototipo chiamato RP-1. Denny stupì gli americani a tal punto che fu incaricato di produrre 15.000 esemplari di velivoli a pilotaggio remoto.

Ci furono grandi passi in avanti soprattutto durante la guerra fredda, quando i droni sul mercato iniziarono a essere sempre più piccoli, leggeri e con caratteristiche tali da poterli applicare a più ambiti. Anche in Italia durante gli anni sessanta partì la ricerca su questa tecnologia, che portò alla costruzione del CL-89, prodotto dalla Canadair e utilizzato dall’esercito italiano fino al 2000. Nel 1985 quest’ultimo costruì (in collaborazione con la “Meteor CAE”) il “Mirach”, un velivolo con fotocamera, un raggio d’azione di 120 km e, dal 1995, la possibilità di essere comandato in tempo reale.

Dal 2000 l’Esercito non utilizzò più il Mirach e in diversi anni sperimentò vari modelli, tra cui lo “Shadow 200” (del quale il primo volo fu nel 2015), che ha un raggio d’azione di 735 km e può raggiungere i 200 km/h. Fino al nostro anno si sono fatti passi da gigante, se pensiamo che nel 2023 l’Iran ha presentato il “Mohajer-10”, che ha un raggio operativo di 2.000 km, un'autonomia di volo di 24 ore e una capacità di carico di 300 kg di armamenti.

Dunque, la tecnologia dei droni si è sviluppata a tal punto che oggi sono numerosi gli ambiti operativi, come l’agricoltura, la sorveglianza e, a breve, le consegne. Infatti, Amazon ha annunciato che nel 2024 sperimenterà le consegne con i droni in Italia, che sarà il primo Paese in Europa. Dunque, concludo con una domanda: sarà positivo o negativo il futuro popolato da questi “robot dei cieli”?

Benedetto Fenoaltea

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