martedì 16 aprile 2024

MUN New York 2024



Dopo ore di duro lavoro e una moltitudine di lezioni sulla preparazione necessaria per partire, nonché istruzioni su come funzionasse il comitato e su come

andasse scritto il documento necessario per la partenza, il position paper, finalmente il 4 aprile alle 10:50 del mattino è partito il volo che ci ha portato alla Grande Mela.


La prima ‘difficoltà’ si presentò appena seduti in aereo: le ore che avremmo dovuto affrontare erano tante, troppe, circa otto ore di volo senza contare la fila infinita per i controlli e il visto, che a uno a uno, con una lentezza esasperante, ci facevano passare sotto l’occhio attento degli agenti. Quando, dopo più di dodici ore passate in aeroporto (italiano e non), ci dissero che avremmo dovuto passarne un’altra in bus per arrivare in albergo, è stato un duro colpo. Ma una volta seduti sui sedili, la stanchezza era quasi scomparsa vedendo passare dal finestrino, per la prima volta, quelle case, quei grattacieli, i fast food; capimmo una cosa: eravamo a New York! E anche che fare quel viaggio della speranza, spendere quelle ore ad imparare, ne era valsa la pena. L’albergo era enorme, un grattacielo a tutti gli effetti, nel pieno centro della città, a Times Square, dove non solo si trovavano le nostre stanze ma anche le aule dove si sarebbero tenuti i comitati.


Il giorno successivo all’arrivo iniziarono le attività: prima di tutto ci fu la cerimonia di apertura, durante la quale abbiamo avuto la fortuna di assistere a discorsi appassionati di molte figure di rilievo, come l’ex calciatore Marco Tardelli e il presidente internazionale del CWMUN, Salvatore Carrubba. Quello stesso pomeriggio ci siamo diretti a visitare il “tempio della diplomazia”, il Palazzo di Vetro, sede dell’ONU, più in particolare la sala dell’ECOSOC, dove è avvenuto un dibattito molto importante sul tema del femminismo e dell’inclusione, con interventi della stilista Chiara Boni, la spiegazione del cantante Giovanni Caccamo sul suo progetto “Manifesto del cambiamento - parola dei giovani” e gli interventi del giornalista e teologo Antonio Spadaro e ancora di Marco Tardelli.


Il 6 aprile è iniziato il vero e proprio fulcro del nostro progetto con l’ONU: ogni paese avrebbe dovuto esporre con uno speech la propria posizione sul topic dato in precedenza davanti agli altri paesi, in modo che quelli con la stessa posizione o simile si iniziassero ad alleare in vista della scrittura del documento finale, il working paper. L’ultimo giorno sono avvenute le votazioni finali dei working papers e, successivamente, anche le premiazioni per i vincitori delle diverse categorie. Inaspettatamente, hanno presentato un ‘guest of honor’, Valerie Biden Owens, la sorella dell’attuale presidente americano Joe Biden.


Con grande tristezza, i primi tre giorni a New York erano volati, ma la parte di studio era finalmente finita e potevamo finalmente dedicarci a vedere la città. Nei giorni rimanenti, siamo riusciti a visitare il Metropolitan Museum, passeggiare per il verde di Central Park tra scoiattoli e venditori di churros, osservare l’immenso Empire State Building e salire su uno dei grattacieli più importanti della città, ‘The Edge’. Il 9 aprile è stata la giornata più impegnativa: prima di tutto, ci siamo imbarcati su un battello che ci ha portato davanti alla Statua della Libertà e, una volta sbarcati, eravamo a Brooklyn. Abbiamo camminato fino al Toro di Wall Street per arrivare al Brooklyn Bridge.


Purtroppo, il tempo di ripartire era arrivato: il 10 aprile alle 16, come un orologio svizzero, eravamo sull’aereo di ritorno con nuovi e indimenticabili ricordi ed esperienze. In poco tempo, una città che per molti di noi prima era sconosciuta è diventata familiare; abbiamo scoperto quanto New York fosse diversa da Roma. La città "che non dorme mai" ha tenuto fede alle sue promesse, a ogni angolo c’era una canzone diversa, Times Square con i suoi cartelloni che di notte brillano come stelle, incredibile Central Park uno spazio verde che sembra quasi essere una foresta per quanto è ricco di vita nel pieno centro della città, per non parlare dei grattacieli, fenomenali palazzi che si levano nel cielo sfidando la gravità che sono così diversi dai palazzi che siamo abituati a vedere. È stata un’esperienza meravigliosa che nessuno riuscirà a dimenticare molto presto, ci tengo a ringraziare la nostra fantastica tutor Alice Paone che ci ha accompagnato in questo viaggio rendendolo ancora più speciale. 

Detto questo voi che non sapete se l’anno prossimo vorreste partire o meno, cosa aspettate?

Vittoria Honorati Bianchi


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