Inizialmente ero molto titubante sul prendere parte all’esperienza di volontariato alla Casa Arcobaleno di Scampia, ma alla fine quei cinque giorni passati lì hanno veramente lasciato un segno dentro di me.
Credo che l’esperienza possa essere riassunta con il rito iniziale, che consiste nel far prendere a ogni persona un po’ di terra da un cesto per “sporcarsi le mani”. La parola d’ordine nella Casa Arcobaleno è “collaborazione”, in quanto si alternano diversi compiti, dall’apparecchiare la tavola al lavare i piatti per circa quaranta persone. Anche se tutte queste mansioni possono sembrare faticose, ci aiutano a uscire dalla nostra comfort zone e a confrontarci con realtà diverse.Il primo giorno abbiamo portato bambini e ragazzi del campo rom di Giugliano in spiaggia e vedere la gioia nei loro occhi e il modo in cui si affrettavano per correre in acqua è stato veramente impagabile. Il secondo giorno è stato occupato da diversi impegni: la mattina siamo andati all’orto di Pangea per pulirlo dalle erbacce, poi il capo dell’associazione "I Pollici Verdi" di Scampia, Vincenzo Sorrentino, ci ha mostrato il parco che lui e altri membri dell’associazione curano con tanta dedizione e passione. Nel pomeriggio abbiamo aiutato i ragazzi della Casa Arcobaleno a prepararsi per la tesina di terza media e, dopo, il Prof. Vincenzo Rosati ha portato alcuni di noi al campo rom di Scampia, dove abbiamo conosciuto Mersiana, una ragazza che ha deciso di rifiutare il matrimonio combinato per prioritizzare la sua educazione.
Consiglio questa esperienza a tutti i miei compagni, perché con queste attività ho rivalutato molti aspetti della mia vita e, parlando con le persone lì, ho provato a vedere il mondo con una prospettiva diversa, dalla prospettiva di persone che, pur non avendo niente, non perdono la forza d’animo, persone che provano felicità anche per ciò che a noi potrebbe sembrare banale, come delle onde al mare. Confrontandomi con queste realtà ho avuto l’occasione di conoscere nuovi ambienti. A mio parere, questo viaggio lascia un tipo di ricchezza culturale e spirituale che non si acquisisce tra i banchi di scuola.
Eugenia Russo
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