Viaggiare è sempre una di quelle attività che stupisce, incuriosisce e arricchisce. Esplorare una città come Trieste, crocevia di tradizioni mitteleuropee, mediterranee e balcaniche, piena di memoria e di storie da raccontare, ci ha lasciato ricordi e insegnamenti memorabili. Noi ragazzi delle classi quinte, classico, scientifico B e C,
abbiamo fatto grande tesoro dell’esperienza vissuta. Vedere con i nostri occhi e percepire un passato che non è ancora del tutto morto è stato travolgente e coinvolgente allo stesso tempo.Passeggiare per le strade dell’antico villaggio di Tergeste, conquistato dai romani nel 50 a.C. e poi travolto da innumerevoli invasioni, ci ha svelato l’incredibile evoluzione della città. Dal Teatro Romano ai piedi del colle di San Giusto, centro storico ricco di rovine di vari manufatti come la basilica civile romana, l'acquedotto, e il Castello; alle elegantissime piazze in stile neoclassico, da vivere di giorno e di sera, come l’incantevole Piazza dell’Unità, da una parte cinta da palazzi pubblici di significativa importanza storica, dall’altra affacciata sull’azzurro Golfo.
Ogni angolo di questa città richiama un passaggio di tradizioni, di sconfitte e di conquiste. È stato impossibile non essere trascinati nel passato con tutti i suoi dolorosi ricordi, ripercorrendo anni rappresentativi della storia di Trieste. Come quando, in seguito all’Armistizio, la provincia di Trieste venne sottoposta al diretto controllo del Terzo Reich e nel 1943 prende vita la Risiera di San Sabba, luogo di transito per i prigionieri di origini ebraiche, di un campo di sterminio per i prigionieri politici e infine di un vero e proprio campo di concentramento.
Le mura parlanti di sofferenze, di ingiustizie e di paura, ci hanno mostrato le radici di una civiltà frastornata da ricordi tormentati. Da non dimenticare la Foiba di Basovizza, dove a ricordo di tutte le vittime degli eccidi sull'area è stato costruito un Sacrario, dichiarato in seguito monumento nazionale.
Trieste ci ha raccontato la sua biografia e le sue memorie attraverso gli impagabili paesaggi dal Castello di Miramar, in perfetto equilibrio tra architettura, arte e natura.
Questo viaggio più di ogni altro ha risvegliato in noi studenti la consapevolezza che ciò che leggiamo sui libri è in realtà solo la narrazione di eventi commemorativi che hanno plasmato l’identità di popoli che hanno lottato per la libertà e la loro indipendenza. Perché vivere quei luoghi che hanno fatto la differenza e costruito una memoria comune, è come riaprire ferite non ancora guarite.
Flaminia Santuari
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