A distanza di più di un anno dal femminicidio della ventiduenne Giulia Cecchettin, brutalmente uccisa dall’ex-fidanzato Filippo Turetta,
è stato reso pubblico l’elenco, redatto dalla giovane nel suo diario, dei quindici motivi per cui lei avrebbe voluto lasciare il ragazzo. Leggendo la lista, risulta veramente inquietante vedere come le violenze psicologiche da lei subite fossero quotidiane. Una voce di questo elenco, ad esempio, riporta: “Necessitava di messaggi molte volte al giorno”; un’altra “Si lamentava quando mettevo, nei messaggi, meno cuori del solito”. Dietro questi comportamenti, che inizialmente potrebbero sembrare innocui o addirittura affettuosi, si nasconde spesso un forte senso di controllo che poche volte viene riconosciuto. Troppe volte, infatti, vengono sottovalutati segnali che, come abbiamo visto, possono preannunciare tragedie. Purtroppo, però, nella mente della vittima che subisce violenza, sia psicologica che fisica, si innescano meccanismi molto complessi che la fanno desistere dal denunciare i soprusi. Quando si riconoscono dall’esterno comportamenti che celano grande possessività e gelosia è importante aiutare e ascoltare chi li subisce. Nel 2024 in Italia ci sono stati 106 femminicidi. Questo numero, fornito dall’ Associazione “Non una di meno”, è a dir poco spaventoso e dovrebbe essere per tutti un invito a riflettere sull’educazione sentimentale che si sta dando ai futuri uomini.
È un problema che riguarda tutti e su cui tutti abbiamo il dovere di interrogarci. Perché non può considerarsi normale aver paura di lasciare il proprio fidanzato né temere di non far ritorno a casa; non può essere normale fare la conta delle vittime né, per una donna, temere di essere la prossima. È agghiacciante constatare come al giorno d’oggi tutto questo sia una realtà ed è inaccettabile che se ne parli solo il 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne. Le vittime subiscono durante tutto l’anno, perché la violenza non ha calendario.
Eugenia Russo
Nessun commento:
Posta un commento