lunedì 11 novembre 2024

Le storie del Blog parte 1



Benvenuti nel nostro viaggio narrativo. La storia inizia con un prologo enigmatico, ambientato in una città oscura e silenziosa,

dove i segreti più oscuri sono celati nelle profondità. Ogni ragazzo del blog contribuirà con la propria creatività, arricchendo la trama con nuove prospettive e colpi di scena. Scoprite con noi dove ci porteranno queste pagine piene di mistero e avventura.

Pronti a iniziare? 


Prologo

La città era buia. Per la prima volta in secoli, nemmeno una luce colorava la silhouette nera della metropoli. Non un suono, nemmeno un sospiro. La volta celeste si ritrovava sola con sé stessa, a farle compagnia solamente le sue compagne stelle, che quella notte sembravano tanto splendenti quanto tormentate.

Mai c’era stato un silenzio così particolare: qualcosa di così quieto da nascondervi timore. Timore nei confronti della terra sottostante; colei che celava i segreti più oscuri, ben più bui della città stessa. 

Lontana dalla superficie, dove un tempo presiedevano quelle creature tanto misteriose quanto pericolose chiamate 'umani', una stanza. Ciò che avevano definito 'La Salvezza'. Ciò che, in realtà, era stata la stessa chiave della rovina. Lui l’aveva sdegnata sin dall’inizio. Sin da quando, ormai troppi anni prima, aveva cominciato a muoversi nell’ombra. Ora, nella medesima stanza, metri sotto terra, aveva smesso di opporre resistenza. Aveva smesso di divincolarsi e di sperare in una fine migliore. Finalmente si era rassegnato al voler ignorare un’umanità ormai collassata.

Cercava disperatamente di ricostruire con la mente i propri tratti del viso ma gli parevano già svaniti, come se fossero già stati sostituiti. Come se lui non ne avesse mai avuti. Gli unici che la sua testa continuava a proiettare costantemente erano quelli di lei. Quel suo spazio tra gli incisivi che si intravedeva quando apriva le labbra in un sorriso, le sue sopracciglia asimmetriche, i nei che le puntellavano la pelle. Quell’unica persona che non aveva reso la perfezione la sua ragione di vita.

Sarebbe stato tutto cancellato, come se la loro esistenza, quello che avevano passato per non varcare mai la porta di quella stanza, si sarebbe rivelato vano. E forse davvero non aveva significato nulla. Forse davvero il suo volersi distinguere da quei corpi ormai privi di anima e valori l’aveva portato all’essere più simile a loro. Voleva solo sentire per un’ultima volta come le dita di lei si intrecciavano perfettamente alle sue. L’unica perfezione che avrebbe sempre venerato. L’unica che, poco dopo, poteva diventare imperfetta per non esserlo.

Matilde Izzo


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