Un Pastore tra la gente: addio a Papa Francesco
Il Collegio San Giuseppe De Merode, con profondo dolore, ma ancor più con gratitudine, si unisce al cordoglio della Chiesa universale per la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta lunedì 21 aprile 2025.
Il Santo Padre si è spento all’età di 88 anni, lasciando un’eredità spirituale immensa, fatta di umiltà, servizio e misericordia.
Per tutti noi è stato molto più che un Pontefice: è stato un padre della Chiesa capace di parlare al cuore, di chinarsi davanti ai più deboli, di incarnare il Vangelo con gesti semplici e profondi.
I funerali solenni si terranno sabato 26 aprile in Piazza San Pietro. Come da suo desiderio, la cerimonia sarà improntata alla sobrietà e al raccoglimento, senza catafalchi né eccessi.
Sarà sepolto a Santa Maria Maggiore, chiesa cara a Bergoglio sin dai primi passi del suo pontificato.
Il mondo intero si unirà nel saluto: da Trump a Macron, da Lula a Zelensky, fino ai Reali d’Europa. Un’omelia universale, nella quale capi di Stato e semplici fedeli siederanno fianco a fianco, in ascolto dell’eco della sua vita.
Da Lasalliani, cresciuti alla scuola del servizio e dell’educazione, riconosciamo in Papa Francesco un faro per la gioventù e per il nostro tempo. Il suo appello costante a “uscire nelle periferie”, a vivere una Chiesa in uscita, attiva, vicina alla gente, ha risvegliato la coscienza collettiva di milioni di fedeli e ha trasformato il volto della Chiesa cattolica.
Le sue parole rivolte ai giovani: “Fate chiasso, mettetevi in gioco, vivete con coraggio la vostra fede” sono ancora oggi un invito forte per ciascuno di noi.
Il suo abbraccio agli ultimi, ai migranti, ai malati, ha insegnato a generazioni intere cosa significa essere cristiani oggi: non per appartenenza, ma per scelta, per amore.
Papa Francesco ha rotto con gli schemi, non per sfida ma per fedeltà al Vangelo. Ha parlato di fratellanza, di ecologia integrale, di un’economia che non uccida. Ha riportato al centro la coscienza, la tenerezza, la misericordia.
Anche da malato ha saputo mantenere la sua presenza nella storia come testimone del dolore vissuto con fede, fino alla fine.
Papa Francesco, con la forza del suo messaggio e la semplicità della sua testimonianza, ha saputo toccare i cuori di tutti, anche di coloro che forse non condividevano pienamente la sua visione. La sua voce è stata guida nei momenti di crisi, conforto nelle tragedie, coscienza viva nei consessi internazionali. E oggi la sua eredità è riconosciuta come patrimonio dell’umanità.
Questa pluralità di presenze nel giorno del funerale non è solo forma, ma profondo segno di unità: nella morte di un Papa si è riscoperta la forza del dialogo, il valore della spiritualità, l’urgenza della pace. È, in fondo, un funerale della coscienza collettiva, dove la politica si è fatta silenzio, e il silenzio si è fatto ascolto.
Davanti alla morte di un uomo di pace come Papa Francesco, tutti quei leader riuniti non possono non sentirsi chiamati in causa. Non possono ignorare il silenzioso appello della sua vita: costruire un mondo più giusto, più umano, più unito.
Certo, non basta un funerale a cambiare le sorti del mondo.
La visione di nemici politici seduti uno accanto all’altro nella stessa basilica, con lo stesso dolore, potrebbe lasciare un segno, forse piccolo, forse nascosto, ma reale.
Papa Francesco ha ripetuto spesso che la pace non si costruisce solo con trattati, ma con volti e con gesti di coraggio.
Forse proprio lì, a San Pietro, qualcuno guarderà negli occhi il proprio avversario non come un nemico, ma come un fratello. E forse il seme della pace verrà piantato.
Nel cuore della nostra scuola, oggi, si respira silenzio e riflessione.
Pregheremo per il suo eterno riposo e per il futuro della cristianità ci impegniamo a essere testimoni di quella Chiesa che Papa Francesco ha sognato: povera, gioiosa, profetica.
Papa Francesco è stato il più grande educatore spirituale dei nostri tempi.
Grazie, Santo Padre. Ti portiamo con noi.
Grazie, Santo Padre. Ti portiamo con noi.
Pierluigi Giuliano
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