Una Pasqua di passaggio: l'eredità di Papa Francesco nel cammino di noi giovani


Ho aspettato. Sì, ho aspettato a scrivere di questa Pasqua, perché sentivo una sensazione nuova travolgermi e un vento di malinconia passare attraverso le mie dita. Sentivo la brezza di una Pasqua diversa, non la solita fatta di famiglia, piatti tradizionali e chiacchiere.
Il giorno dopo Pasqua, il 21 aprile, il nostro amato Papa Francesco è volato in cielo. Ci ha lasciato così come è arrivato, con una semplicità e con un'umiltà che non potrò mai dimenticare, a partire da quel "buonasera" con cui si presentò per la prima volta al mondo intero da pontefice. Questo evento, seppur triste perché la nostra più importante guida spirituale ci ha lasciato, rappresenta un momento di passaggio e di cambiamento che incarna l'essenza religiosa della Pasqua, solennità che presso gli Ebrei celebrava la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto. La parola Pasqua, infatti, ha proprio il significato di "passare oltre", ovvero riuscire a superare gli ostacoli con l'aiuto di Dio affidandosi al suo santo giudizio.
Con la resurrezione di Gesù Cristo, celebriamo il rinnovamento della nostra fede in Cristo e un cambiamento interiore profondo da cui nasce qualcosa di nuovo. La Pasqua quindi ci insegna che la conclusione di qualcosa non è mai fine a se stessa, ma ad essa deve seguire una vita nuova e trasformata.
Ed ecco che anche l'epilogo della straordinaria vita del Santo Padre è da vivere come un nuovo inizio, una strada nuova che si è aperta davanti ai nostri occhi e la cui direzione ci è stata indicata proprio da lui. Sarà una strada tortuosa, irta di ostacoli, non sarà facile passo dopo passo conservare e tenere stretti a noi i valori di pace, umiltà e attenzione agli ultimi, ma il senso della Pasqua come rifiorire da semi nuovi ci darà la forza di continuare a seguire la strada dell'unità e della pace nel mondo, lasciando fuori la cultura della morte, del silenzio e dell'indifferenza. Sento qui il bisogno, da ragazza di 16 anni, di ricordare le parole di Papa Francesco rivolte a noi giovani, poiché sono strettamente legate alla coscienza della Pasqua per noi Cristiani. Il Santo Padre diceva che noi giovani dobbiamo essere sempre in cammino con lo sguardo rivolto all'orizzonte; dobbiamo essere appassionati alla vita e mai appassiti. E qui per me c'è il senso vero e profondo della Pasqua, per cui noi dobbiamo rimanere in cammino con la consapevolezza che per andare avanti ci vuole lo sforzo di ogni giorno per non ristagnare nei propri errori e cercare sempre di essere in sintonia con i valori cristiani. Con queste parole sento di poter concludere nella certezza che il continuo e incessante camminare al fianco gli uni degli altri sia l'unico vero modo di sentire la Pasqua, perché, come diceva Papa Francesco, "se vuoi andare di fretta cammina da solo, se vuoi arrivare sicuro cammina in comunità, con gli altri". 

Beatrice Garolla di Bard

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