Dal barocco di Sant’Agata al dramma di Edipo: arte, storia e mito tra le meraviglie della Sicilia


Arrivati in Sicilia, la nostra prima tappa è stata la città di Catania, dove siamo atterrati all’omonimo aeroporto. La visita è durata solo una mattinata, ma è bastata per farci immergere fin da subito nell'incredibile ricchezza storica dell’isola. In poche ore, grazie alla nostra guida, abbiamo percorso appena 200 metri, a dimostrazione della densità storica del centro cittadino. 

Abbiamo fatto il nostro ingresso nella città storica attraverso Porta Uzeda, costruita alla fine del Seicento all'interno delle mura cinquecentesche volute da Carlo V. Poco più avanti, si apre Piazza del Duomo che, come suggerisce il nome, ospita il principale luogo di culto della città: la Basilica Cattedrale di Sant’Agata. Questa imponente chiesa fu edificata per la prima volta nell’XI secolo, sulle rovine delle antiche terme romane di Achille. A causa dei numerosi terremoti che nei secoli hanno colpito la città, la chiesa è stata ricostruita più volte, e oggi presenta una straordinaria commistione di stili architettonici che spaziano dal romanico al barocco.
Al centro della piazza si trova la Fontana dell’Elefante, così chiamata per la presenza della statua dell'elefante, simbolo della città. Anche questa struttura racconta la lunga storia di Catania: la base è barocca, l’elefante risale al periodo romano (III-IV secolo d.C.) e l’obelisco che porta sul dorso è di origine orientale. Le iscrizioni presenti su di esso non sono in alcuna lingua conosciuta e si pensa possano essere semplici decorazioni o imitazioni di geroglifici. La guida ci ha spiegato che si tratta dell’unico elefante superstite tra i molti che un tempo adornavano la città.

L'ultima tappa della nostra visita è stata l’università, situata anch’essa a pochi passi dalla piazza. Si tratta dell’ateneo più antico della Sicilia, fondato nel 1434. All’ingresso abbiamo potuto ammirare alcune bellissime carrozze settecentesche e visitare un piccolo museo che racconta buona parte della storia della regione.

Tra tutte le tappe, quella che mi ha colpito di più è stata senz'altro la visita alla Basilica, grazie alla sua straordinaria stratificazione storica e culturale. Ho trovato affascinante il modo in cui epoche diverse si intrecciano all'interno della Cattedrale, creando un’atmosfera unica. Le campate laterali sono spettacolari e i numerosi quadri custoditi all’interno sono davvero mozzafiato.

La sera dello stesso giorno ci siamo recati al Teatro Greco di Siracusa per assistere - praticamente dalla prima fila - alla rappresentazione di Edipo a Colono di Sofocle. L’opera si apre con l’ingresso in scena di un Edipo anziano e cieco, accompagnato dalla figlia Antigone. Dopo una vita segnata dalla sventura, il protagonista è alla ricerca di un luogo dove poter morire in pace, poiché la sua sepoltura è destinata a portare fortuna a chi lo accoglierà. Teseo, re di Atene, mosso da pietà e rispetto, decide di offrirgli ospitalità. La trama ruota intorno al tentativo di Creonte, re di Tebe, di riportare Edipo in patria per seppellirlo e ottenere così il favore della profezia.

Ho trovato l’interpretazione di Edipo intensa, coinvolgente e particolarmente complessa. Anche senza esperienza attoriale, posso immaginare quanto sia difficile interpretare in modo credibile un personaggio cieco senza esserlo realmente, riuscendo comunque a rendere tutte le sfumature emotive del ruolo. In particolare, l’attore ha fatto un uso magistrale del linguaggio del corpo, elemento che ha contribuito in modo significativo a trasmettere al pubblico le emozioni e la condizione del protagonista. 

Edoardo Passalacqua

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