Habemus Papam: l’emozione di un nuovo inizio, tra fede, storia e responsabilità
Ero a casa, come tanti quel pomeriggio, con la televisione accesa sul canale che da ore trasmetteva le immagini fisse del comignolo della Cappella Sistina. L’attesa era carica di silenzio e speranza. Poi, all’improvviso, la fumata bianca: un segnale chiaro, potente, capace di attraversare lo schermo e raggiungere il cuore.
Non ho esitato un attimo: sono corso verso Piazza San Pietro. Come me, centinaia di persone. Volti giovani e anziani, famiglie, turisti. Un’energia difficile da descrivere riempiva l'aria, un richiamo collettivo alla storia, alla fede, alla speranza.
In piazza, il protodiacono del Collegio cardinalizio, il cardinale Dominique Mamberti, si è affacciato per pronunciare le parole attese da tutto il mondo: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!” E ci ha annunciato il nome del nuovo pontefice: Leone XIV. Un nome denso di significato, che richiama alla memoria Papa Leone XIII, autore della Rerum Novarum, il documento che segnò l'ingresso della Chiesa nella riflessione sociale moderna.
La folla è esplosa in un fragoroso applauso. Gli occhi rivolti alla Loggia delle Benedizioni, in trepidante attesa di vedere il volto del nuovo Papa.
Dopo pochi istanti, ecco apparire Leone XIV, che con voce ferma, colma di emozione, ha pronunciato il suo primo discorso. Durante la benedizione, ha detto: “Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti!”
Parole semplici, ma straordinariamente forti. In quel momento, Piazza San Pietro sembrava il cuore pulsante del mondo. Un momento di grazia, di unità, di nuova speranza.
Con emozione e solennità, il mondo ha accolto l’elezione del successore di Pietro, guida spirituale per oltre un miliardo di cattolici.
Questo nuovo pontificato si apre come un cammino condiviso colmo di attese, preghiere e fiducia.
In un tempo segnato da trasformazioni profonde - sociali, ambientali e culturali - il nuovo Papa è chiamato a essere un ponte tra i popoli, custode della pace, voce profetica per i più fragili.
Il suo “Eccomi” davanti alla Chiesa universale ci ricorda il valore del servizio, della misericordia e del coraggio evangelico.
Come comunità educativa lasalliana del Collegio San Giuseppe – Istituto De Merode, accogliamo con fede e speranza questo momento.
Nel solco della nostra tradizione educativa, fondata su fraternità, impegno e spiritualità, rinnoviamo il desiderio di camminare con la Chiesa, ispirati dalle parole e dai gesti del Santo Padre, per costruire una società più giusta, solidale e aperta all’amore di Dio.
E allora, anche da qui, dal nostro liceo, parte il nostro piccolo contributo: vivere con autenticità, studiare con passione, tendere la mano a chi è più fragile, costruire ponti e non muri.
Essere “social” non solo online, ma nella vita reale.
Benvenuto, Santo Padre.
Ci troverà connessi non solo a Internet, ma anche ai valori che contano.
Pierluigi Giuliano
Commenti
Posta un commento