Summer school del Progetto Michelle

 


Il 5 Settembre 2025 sono andata a fare volontariato alla Summer school della scuola della pace della Comunità di Sant'Egidio, presso le Suore Figlie del Crocifisso: la summer school del "nostro" Progetto Michelle.

La Summer school si è svolta dall'1 al 5 settembre, tutti i pomeriggi dalle 15 alle 19 per i bambini che sono venuti dal campo rom di via Candoni, molti dei quali si sono preparati in questo modo alla loro prima esperienza scolastica che inizierà quest'anno.

La summer school è stata finanziata dalla fondazione Lasalle, grazie ai fondi del 5x1000 che la nostra scuola ha deciso di investire in questo progetto pagando il pulmino per i bambini (più di 30 ogni giorno) e zaini per la scuola, astucci completi, quaderni e quadernoni che al termine di questa esperienza i bambini, hanno ricevuto in regalo.

Bene, dopo aver riferito le informazioni principali e di formale convenienza, potrei cominciare a stilare il classico articolo buonista su quanto il volontariato sia un' utile azione per lo spirito, doveredi ognuno, arricchimento per il cuore ecc. io sono invece una persona che apprezza particolarmente l'onestà e stanca di sentire e risentire le solite parole prive di sentimento.

Ero scettica quando sono andata.

Non capivo l'utilità di aiutare bambini che si, sono poveri, ma di cui sentiamo parlare solo come figli di gente che vive la realtà dell'ignoranza, del furto e dell'inganno, della cattiveria e dell'abuso ovvero la realtà della poverta senza speranza. Bambini che di qui a pochi anni statisticamente hanno altissime probabilità di percorrere la stessa strada dei loro genitori.

Poi ero anche intimorita, cosa mi stava aspettando? Di lì a poco l'ho scoperto: ad attendermi c'era una bambina di 8 anni, che per comodità chiameremo Giorgia, con due occhi marroni enormi e un grande sorriso che appena mi ha baciata. Senza conoscermi.

Senza sapere chi sono, da dove vengo e se nella vita ho compiuto qualcosa di abbastanza buono per meritarmi o meno un bacio. Che lo ha fatto solo perché guardandola le ho sorriso. Accanto a lei due sorelle, una piccolina che voleva sempre stare in braccio, Giulia, ed una un po' più grande, Anna. Dopo averle aiutate a sedersi per aspettare di fare merenda si sono guardate negli occhi e hanno iniziato a parlare in romanes, esortate a farlo in italiano così che potessi capire, giulia ha detto: "il braccialetto, per te, Anna aiutami". La sorella grande le ha levato il bracciale che aveva al polso e si è avvicinata per chiuderlo al mio. Era il suo unico bracciale e me lo aveva regalato così, con leggerezza. Ho pensato che nella società in cui vivo nessuno farebbe una cosa del genere; senza fraintendimenti, non sto avanzando accuse perché sarebbe ipocrita da parte mia essendo io un perfetto stereotipo della nostra realtà, tuttavia spogliarsi dei propri averi per donarli a qualcun'altro, privarsi di qualcosa a cui teniamo purché l'altro sorrida non è certamente usuale algiorno d'oggi. Amore gratuito e sacrificio? Sono virtù molto più difficili per i fortunati come noi. Perché abbiamo cosi tanto che ci sembra di non possedere niente, perché veniamo giudicati in base a quanto riusciamo a mostrare, perché il verbo apparire è più importante del verbo essere. lo credo invece nella supremazia di questo "verbo essere" , quindi nonostante il bracciale che ho tutt'ora al polso si mostri come un semplice braccialetto di pieteruzze di plastica rosa è per me fatto dei diamanti dell'amore gratuito, dell'innocenza e del bene incondizionato, pietre assai più preziose. E a farmi riscoprire questo importante valore sono state due bambine, perché si sa che qualsiasi bimbo, indipendentemente da tutto, ha sempre il cuore buono e puro, ha fede.

Dunque perché aiutare questi bambini?

Viviamo in un periodo storico che va di fretta, dove la produttività ha la stessa velocità di un click e se un lavoro non ha un frutto immediato viene archiviato,magari senza neppure essere portato a termine e sostituito immediatamente da quello successivo, dove se qualcosa si rompe viene ricomprata e non aggiustata oppure realizzata per esistere per poco, tutto, addirittura i sentimenti, sembra avere una breve data di scadenza; viviamo in un periodo in cui non c'è tempo per nulla, tantomeno per sperare, in cui il peso della parola resilienza perde di significato.

Dopo aver fatto fare ai bambini un po' di compiti, siamo scesi con loro in giardino per giocare all'aperto. Le bimbe hanno iniziato a portarmi tanti mazzetti di fiori e a infilarmeli in tutte le tasche dei pantaloni così che non li perdessi.

La Speranza che i greci identificano con Elpis e che ha però un'accezione non positiva sotto tutti i punti di vista, per i romani diventa Spes, dea invece totalmente benevola, raffigurata come una fanciulla con un fiore in mano; ebbene guardando negli occhi marroni di Giorgia che mi porgeva un fiorellino rosa non ho potuto che sperare con tutto il cuore e tutta l'anima che la dolcezza, così profondamente umana celata nelle sue pupille, rimanesse li per sempre e che quel pizzico di malinconia che tutti questi bimbi hanno negli occhi l'abbandonasse all'istante scacciata lontano dalla forza di Spes. In quel momento ho capito che ero nel posto giusto, che ne valeva la pena, che se anche nessuno di quei bambini fosse riuscito ad avere un futuro diverso sarebbe stato comunque uno sforzo valido poiché ogni seme di bene nato da questi giorni di fiducia reciproca resiste a qualunque male, pronto sempre a germogliare.

All'atto pratico cosa può aiutare realmente questi bambini? La cultura, l'educazione e la scuola.

É importante dare il buon esempio e gli strumenti adatti. Il progetto Michelle che viene svolto ogni anno è un vero e proprio doposcuola per i bambini che si fa ogni venerdi e che li aiuta a svolgere i compiti settimanali, avendo come obiettivo che riescano a studiare serenamente e proficuamente. Non bisogna dimenticare che anna e giulia mi hanno regalato il loro unico gioiello e che giorgia mi ha riempita di fiori da testa a piedi e ciò è dimostrazione che questi momenti sono di inestimabile importanza per questi bimbi, che se per me è stato un pomeriggio per loro è stato un ricordo di vita, il loro giorno di vacanza, un momento di affetto e gioia grazie tra l'altro al grande supporto delle collaboratrici che si occupano di loro da anni.

A questo progetto possono aderire tutti gli studenti del De Merode, parlando con il prof. Andrea Sicignano sempre disponibile ad accogliere chi fosse interessato.

Domitilla Ianni Neroni

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