Dal sogno all’azione con la Fondazione La Salle



Qualche giorno fa ho avuto l’opportunità di incontrare Laura Ballerini, responsabile dell’ufficio comunicazione e raccolta fondi della Fondazione La Salle. È stato un incontro molto interessante, che mi ha colpita più di quanto immaginassi, perché attraverso le sue parole ho capito quanto lavoro, passione e impegno si nascondano 
dietro ai progetti di solidarietà che spesso diamo per scontati.

Laura ci ha raccontato il suo percorso personale: anche lei ha frequentato il liceo classico e, come capita a molti di noi, all’inizio non aveva le idee chiarissime sul suo futuro. Il suo primo sogno era diventare giornalista, ma con il tempo ha capito di voler fare qualcosa di più concreto per aiutare chi si trova in situazioni difficili. Così ha deciso di iscriversi a una magistrale in cooperazione internazionale, ha seguito una specializzazione nello stesso ambito e poi ha fatto domanda per lavorare con la Fondazione La Salle. Per essere ancora più preparata ha scelto anche di conseguire un master nella raccolta fondi, un’area che si è rivelata fondamentale per il tipo di lavoro che svolge oggi.
Durante l’incontro ci ha spiegato il funzionamento della rete dei Fratelli La Salle, un’organizzazione presente in 79 paesi del mondo, che opera anche in contesti molto fragili, come ad esempio Scampia, in Italia. In questi luoghi l’accesso alla scuola non è facile come lo è per noi: ci sono ostacoli legati ai trasporti, alla mancanza di risorse economiche e anche a varie forme di discriminazione. La missione di questa organizzazione è garantire il diritto all’istruzione a chi altrimenti ne resterebbe escluso, cercando di offrire non solo una scuola, ma una vera possibilità di crescita e di riscatto.

Laura ci ha raccontato che la Fondazione La Salle è una realtà no profit che si occupa di raccogliere fondi per finanziare questi progetti. Se una raccolta riesce a superare il budget necessario per un progetto specifico, i fondi rimanenti vengono utilizzati per sostenere altre iniziative. È un modo intelligente e giusto per assicurarsi che nessuna donazione vada sprecata.

Il progetto che la nostra scuola sta sostenendo quest’anno riguarda il Libano, un paese che ospita oltre un milione e mezzo di rifugiati, provenienti soprattutto dalla Siria e da Israele. In un contesto così fragile, dove spesso i bambini perdono la possibilità di studiare e di vivere un’infanzia serena, la scuola sostenuta dalla Fondazione La Salle rappresenta un punto di riferimento fondamentale. Non solo offre un’educazione ai più piccoli e ai ragazzi più grandi, ma propone anche corsi pratici per aiutare i giovani a imparare un mestiere, oltre ad attività pensate per le mamme sole, come sartoria, alfabetizzazione, informatica e inglese. È un vero esempio di educazione a 360 gradi, che permette a intere famiglie di sperare in un futuro migliore.
Laura ci ha detto una frase che mi è rimasta impressa: "Questa scuola ridona ai bambini il diritto di sognare in grande".

Oltre al Libano, ci ha accennato a un progetto simile che stanno avviando in Colombia, per sostenere i rifugiati venezuelani, un’altra popolazione costretta a lasciare la propria casa in cerca di sicurezza e dignità. Ci ha anche raccontato come è nata la Fondazione: tutto è cominciato dal sogno di due Fratelli missionari che, dopo un’esperienza in Africa, volevano continuare a contribuire allo sviluppo delle comunità fragili, dando vita a una ONG che rappresentasse il “braccio solidale” dell’educazione lasalliana.

Alla fine dell’incontro, Laura ci ha parlato anche dei progetti futuri della Fondazione, che puntano a rendere l’educazione sempre più inclusiva per i bambini con disabilità, a migliorare l’accesso delle donne alla scuola, a promuovere l’uso delle tecnologie nei contesti più poveri e a far crescere in noi studenti la consapevolezza di far parte di una rete più grande, che si prende cura del mondo con gesti concreti.

Per me è stato molto più di un semplice incontro informativo: ho capito quanto sia importante non restare a guardare e che anche noi, con piccoli gesti come partecipare a una raccolta fondi o diffondere un messaggio, possiamo contribuire a fare la differenza. 


Chiara Mazza

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