Leggi la parte 2
Emma ed il ragazzo si diressero verso un parco. C’era tensione nell’aria, un grande imbarazzo correva negli occhi di entrambi.
Dopo essersi seduti su un muretto, Emma cominciò a rendersi effettivamente conto di trovarsi con uno sconosciuto che l’aveva convinta a seguirlo sussurrandole poche parole in un orecchio. Per un momento dubitò di sé stessa, poi ebbe timore e fece per alzarsi, ma lui la pregò di rimanere ad ascoltarlo. Lo guardò a lungo negli occhi e dopotutto non le sembrava una cattiva persona, anzi, ad osservarlo bene le faceva quasi tenerezza, lì, a cercare di dissuadere una sconosciuta dal fare qualcosa che per lui non avrebbe avuto conseguenza alcuna. Decise, così, di rimanere.
“Ti voglio raccontare una storia”, disse lui, “se quando avrò finito vorrai ancora andare via, potrai farlo.” E senza darle la possibilità di replicare, cominciò: “Tanto tempo fa, un principe e una principessa…” Sul serio? Emma non ci poteva credere, uno sconosciuto che le raccontava una favola! Divertita e un po’ perplessa fece attenzione: “Tanto tempo fa, un principe e una principessa andarono a vivere in un castello costruito interamente di cristallo. Avendo entrambi paura del buio, le pareti, grazie a quel materiale, avrebbero riflesso sia i raggi del sole che la luce della luna, facendo sì che tutte le stanze fossero sempre illuminate. Traferitisi lì, però, iniziarono a poco a poco a perdere la vista, accecati dai continui bagliori provenienti da ogni lato. Divenuti ciechi vissero nel buio; avevano bramato la luce senza accettare la sua ombra, il giorno senza notte, il cielo senza stelle.” Finì così di parlare e nacque un pesante silenzio tra loro.
“Ma ragazza, cos’è il cielo senza stelle?” Aggiunse dopo un po’. Non si erano neanche ancora presentati.
Emma iniziò a riflettere. Il cielo, d’altro canto, era una distesa uniforme di un unico colore, rovinata da punti luminosi di dimensioni variabili.
Eppure le persone amavano le stelle, senza di esse probabilmente il cielo non sarebbe stato nemmeno ritenuto tale.
Guardò il viso del ragazzo; si accorse che a fare contrasto con il pallore del suo volto vi erano dei nei, che però non le parvero particolarmente sgradevoli e anzi, per un momento le sembrò addirittura che avessero preso la forma di buffi astri sulla volta del sui viso, come una vera e propria costellazione. Dopo aver fatto questo strano accostamento le venne da sorridere.
Il ragazzo si alzo e cominciò a dire: “Vedi, la tua personalità, ad esempio, trova rifugio nelle tue lentiggini.” Per fastidiosa casualità aveva preso in considerazione una delle più grandi insicurezze di Emma. “Se tu non le avessi, essa si aggirerebbe pazza per tutto il corpo alla ricerca di una nuova casa e se non la trovasse morirebbe in preda agli stenti e tu diverresti una tra tante.”
Emma pensò che fosse pazzo, la sua personalità mica poteva abitare da qualche parte o altrettanto poteva morire, i castelli di cristallo non esistevano, le stelle si trovavano tutte in cielo e lei era in ritardo per il suo appuntamento. Si alzò di scatto e fece per salutarlo.
“Sistemare le apparenze non risolve ciò che non apprezziamo di noi, una volta divenuta una fotocopia delle mille persone che si trovano nel palazzo della Babel, ti guarderai allo specchio e non ti piacerai lo stesso. Ti vedrai ancora per come sei, con tutti i tuoi difetti, magari non quelli del viso, ma sicuramente quelli dell’animo, e non esiste operazione più efficace per eliminarli della forza di volontà, del coraggio e della speranza, allora sì che diventerai più forte di chi ci costringe ad essere tutti imperfettamente uguali.” Disse lui scocciato mentre lei si allontanava.
Emma capì che quel ragazzo aveva ragione e si voltò. Aveva trovato le risposte alle domande che l’avevano tormentata sin dal mattino.
Si presentò: “Piacere Emma”.
“Piacere Paolo”.
Lei capì che insieme a lui avrebbe potuto porre fine al dominio del “Burattinaio”, il medico proprietario della Babel che da tempo era riuscito a prendere il controllo di tutti gli uomini.
Domitilla Ianni Neroni
Nessun commento:
Posta un commento