mercoledì 7 dicembre 2016

L'angolo dei fossili - Il DIPLOCAULUS

Il DIPLOCAULUS
(275-252 MILIONI DI ANNI FA)

SPECIE: Diplocaulus salamandroies
FAMIGLIA: Nectridea
DIMENSIONI: 1 m
AREALE: America del Nord e Marocco
 
 


Risalente al Permiano superiore (295-250 milioni di anni fa), il Diplocaulus era un anfibio salamandriforme, il cui nome fa riferimento alla bizzarra forma del cranio. Considerando le protrusioni ossee ai lati di questo si può presumere che l’animale avesse una testa a forma di boomerang. Si è avanzata l’ipotesi che la forma insolita offrisse una maggiore protezione contro i predatori come il Dimetrodon, perché più difficile da agguantare, ma la forma a freccia poteva anche essere un valido aiuto per scovare prede nascoste nel fango, oppure agire come una specie di aliscafo favorendo il nuoto.  
Era uno degli anfibi più grandi del Permiano, e spesso raggiungeva il metro di lunghezza. La testa del Diplocaulus adulto misurava circa 30 cm di larghezza mentre non era particolarmente allungata. Gli arti corti, la struttura della spina dorsale e la forma piatta del corpo indicano che l’animale trascorreva la maggior parte del tempo in acqua, muovendo il corpo lateralmente per spingersi lungo i letti rocciosi di fiumi e acquitrini. Un suo perente stretto era il Diploceraspis con una testa molto simile ma con corna più allungate e sottili.

di Marco Panzironi
 

lunedì 28 novembre 2016

Caro diario

28 novembre 2016
Caro diario, 
innanzitutto ben arrivato. Sei l’erede di migliaia di meravigliosi soldati che hanno dato la propria vita, o meglio, le proprie pagine, per conservare tutte le avventure, che anche tu presto ascolterai. Non so quanti anni hai, sulla copertina è impresso l’anno 2016/2017, ma non sono sicuro che tu sia realmente così giovane: se tu lo fossi, beh, significherebbe che non potresti capirmi fino in fondo. Di me non ti serve sapere nulla: caratteristiche fisiche e aspetto non hanno importanza, mentre per quanto riguarda il resto… non temere, avrai tempo per conoscermi. Per ora, ti basti sapere che ho sedici anni. Eh già, sono uno dei più sfortunati esponenti della tanto rimpianta cosiddetta “adolescenza”, altrimenti conosciuta come “rottura di scatole galattica, alla quale prima o poi siamo tutti costretti a partecipare”.
La mia è l’età dell’insicurezza, della gioia infinita, dei pianti colossali, delle dormite in classe, delle interrogazioni scampate, delle nottate passate in piedi a studiare e dei pomeriggi passati a guardare la pioggia fuori dalla finestra perché “il mondo fa schifo e io ci sto dentro”. Tu, forse, non capisci, perché, a meno che tu non sia un adulto sensibile, cosa difficile da trovare oggi giorno, devo ammetterlo, o un bambino prodigio, le probabilità che tu abbia la mia età sono assai scarse, una su trecentocinquantaseimilioniquattrocentoventisettemila per la precisione. Ma se tu, per un caso o un miracolo, avessi proprio la mia stessa età e fossi nato proprio tra il 1997 e il 2003, mi capiresti sicuramente. Eh già, perché noi adolescenti, seppur per motivi diversi, passiamo tutti la vita a soffrire per qualcosa. Il nostro è un mondo di oppressi, che talvolta si fingono oppressori, per imitare il modo in cui si comportano con loro i cosiddetti “adulti di riferimento”, alias “quei rompiscatole di mia madre e di mio padre”. Leggendo ciò potresti pensare che io sia tale e quale a loro, i genitori, che, invece di darsi la colpa per quello che ci hanno fatto, la danno ad altri: quasi sempre a noi; talvolta ai professori, che poi la danno a noi e fine dei giochi; e, per la maggior parte delle volte, a “questa società corrotta da politici corrotti, che vi insegna a stare sempre con quei cosi in mano…”.
 Io però non penso che i “bulli” non abbiano la responsabilità delle proprie azioni: come ho scritto prima, soffriamo tutti per qualcosa. I bulli lo sanno. Lo sai perché ci risulta così difficile denunciare un “atto di bullismo”? Non per la paura, con quella siamo abituati convivere fin da quando siamo nati, tra assassinii, minacce, attacchi terroristici e confische dell’iPhone. E neanche perché non vogliamo mostrare la nostra fragilità e cavolate di questo genere che dicono gli psicologi, quando i nostri genitori ci portano da loro dicendo in tono malinconico: “Mio figlio ha dei problemi” mentre noi ci andiamo solo perché ci hanno promesso la giustifica per l’interrogazione di greco. La verità è che ci vergogniamo di condannare qualcuno che, in fin dei conti, sta duemila volte peggio di noi. Perché noi lo sappiamo perché quel ragazzo, o ragazza, ci sta trattando così: probabilmente quando torna a casa non c’è nessuno ad aspettarlo, a chiedergli se a scuola è andato tutto bene, a cercare di capire se poi quella famosa giustifica di greco era servita a qualcosa. Noi sappiamo che quel ragazzo riceve a malapena un sms malinconico che dice: “Fai i compiti, torno tardi”. Forse, neanche quello; forse, viene lasciato ad un cupo silenzio, pieno di parole non dette, a rimuginare su quel brutto voto che ha preso in latino (perché è matematico che, se hai la giustificazione in greco, poi quella ti interroga in latino) e a cercare un modo per dirlo ai genitori, perché si vergogna, ma, allo stesso tempo, non vede l’ora che loro gli facciano la solita ramanzina, perché, almeno per una volta, significa che si stanno preoccupando di lui.
Ti voglio svelare un ultimo segreto per oggi: lo sai cos’altro sanno gli adolescenti? Sanno che la peggior forma di oppressione è la noncuranza.

Adesso devo andare; mamma è appena tornata e vorrà sapere del maledetto 4 in matematica che ho preso oggi, con tanto di complimenti della professoressa: “Tu”, ha detto, “ la matematica non sai proprio dove sta di casa!”. Io non so neanche dov’è la mia di casa, figurati se so dove abita la matematica!
Comunque scialla, tutto passa, e domani è un altro giorno.

XOXOXOXO,
                                                                                                                                                 
H.C.

mercoledì 8 giugno 2016

lunedì 30 maggio 2016

Mostra d'arte a cura della Bottega d'Arte della professoressa Valentini

Quella che si inaugura oggi è una mostra tutta da gustare. Sono i dipinti di noi studenti ad essere esposti alla fine di un lungo percorso di esplorazione artistica. Ringraziamo la professoressa Valentini che ha reso possibile tutto questo.
 
La Redazione e i ragazzi della Bottega d'Arte 


                                     




venerdì 27 maggio 2016

Redazione + Redazione = grande collaborazione

 
Oggi abbiamo incontrato i nostri amici di Web Edicola, di ritorno da Cesena, dove hanno ricevuto il premio conferitogli dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti in occasione della vittoria nel concorso "Fare il Giornale nelle Scuole". Per noi è stato davvero emozionante osservare i piccoli giornalisti in erba nel loro centro di comando: per quanto le nostre redazioni oggi fossero entrambe dimezzate, l'euforia e l'entusiasmo hanno animato il pomeriggio, tra reciproche interviste e scambi di consigli.  Ringraziamo i maestri Luigi Cioffi e Aleardo Marco Giovannangelo e tutti i ragazzi della redazione per la loro accoglienza: ci siamo davvero sentiti a casa.  L'appuntamento è per settembre: per un futuro all'insegna della collaborazione.

 
La Redazione

martedì 3 maggio 2016

Gita di redazione al centro di produzione Mediaset

Eccoci qui, di ritorno dalla nostra prima visita ufficiale come redazione. Oggi siamo andati a visitare il centro di produzione Mediaset del Palatino. Il posto è bellissimo, immerso nel verde di
Villa Celimontana e contornato da resti archeologici millenari. Senza dubbio ha il suo fascino e quello che abbiamo trovato all'interno non ci ha certo deluso. Con molta discrezione abbiamo avuto accesso al sancta sanctorum della produzione televisiva. I due studi, semplicemente straordinari: ogni oggetto ha una sua funzione specifica e una notevole versatilità.
Luci, suoni, supporti video: tutto cospira per realizzare un prodotto unico. Abbiamo scoperto anche
alcuni piccoli segreti dei nostri telegiornali; non sapevamo che i giornalisti avessero un metodo tutto nuovo per preparare e montare i servizi prima della messa in onda grazie all'aiuto di un programma nuovissimo che, direttamente dal pc che si trova in studio, velocizza e semplifica i passaggi del montaggio. E poi la sala di regia: un vero e proprio centro di comando dove vengono mandati in onda senza sosta e contemporaneamente i principali programmi di tutti i canali nazionali.Certamente il luogo che ci ha colpito di più è stata la redazione: un grandissimo open space dove ogni giornalista lavorava al proprio pezzo con grande cura. Un alveare silenzioso decisamente operativo che ci ha insegnato come tutto possa funzionare per davvero e regalare grandi soddisfazioni se si fa un gioco di squadra. 
Siamo grati per questa esperienza che ci ha permesso di riflettere e fare qualche piccolo passo in più nel nostro lavoro.

La Redazione

mercoledì 20 aprile 2016

Una mattina alla Farnesina

Anche quest'anno ci siamo misurati con i nostri limiti nella competizione più dura: la gara di atletica. Alcuni studenti sono terrorizzati al solo pensiero di dover correre davanti a tutti, altri invece non vedono l'ora di indossare i pantaloncini e sfidare i più forti. Quello che colpisce di più è ritrovare sul podio dei talenti inaspettati.
L'edizione del 2016 ricorderà le eccezionali performance di Matteo Proietti al salto in alto, con il record di quasi 1.80 m: decisamente indimenticabile! Insomma, un'allegra mattinata di sole e sudore. E alla fine... tante soddisfazioni. Tante le premiazioni, anche per le classi della staffetta (a proposito: dov'è finito il 3scA?).
Un grazie a tutti i collaboratori: arbitri, assistenti, frère, professori, medici ed infermieri. E non dimentichiamo il mitico Giorgio, sempre pronto a risolvere i problemi più inaspettati.

La Redazione 








martedì 19 aprile 2016

Il fu Mattia Pascal

E a chi non piacerebbe un'altra opportunità? Poter ricominciare da zero? Un nuovo nome e una nuova vita?, lasciare tutto indietro...
Mattia Pascal ricevette qualcosa che gli permise di scappare dalla sua vita: qualche notte a Montecarlo e il bacio della Fortuna, lì egli giocò alla roulette, fu come se qualcosa di divino volesse la sua vittoria. I soldi vinti tra il nero e il rosso e il verde e i pari e i dispari e tanti numeri gli permisero di cominciare una nuova vita, lontano dalle sue disgrazie e dal suo triste matrimonio. Ma questi soldi non sarebbero serviti a niente senza un altro colpo di fortuna, l'unico motivo per il quale egli non fu mai cercato... La Fortuna gli concesse la sua morte, e solo con la morte poteva vivere di nuovo.

Di Sebastian Loayza Raggio

Torneo di calcetto del triennio

FINALE: IVSc.B-VSc. Nella finale del torneo il IV Scientifico B asfalta con un sonoro 10-0 gli avversari del V scientifico. Si conclude così un campionato avvincente nel quale la squadra di Del Gallo e compagni ha dominato senza essere mai contrastati, mostrando tenacia, solidità e una grinta... 

SEMIFINALE: VSc.B-VSc. Nel altra semifinale il derby dei quinti scientifici se lo aggiudica la squadra di Alberto Falcone ai danni della squadra di Vincenzo Palermo. Partita tiratissima e tesissima, decisa da una rimonta incredibile del V Scientifico che si impone ai rigori. È stato fatale... 

SEMIFINALE 4Sc.B-VCl. Nella semifinale fra il 4sc. B e il V Classico ha avuto la meglio la squadra del capitano Edoardo De Vincenzo di fronte a quella del capitano Oscar Martinelli (causa assenza di Bruno Altiero) la partita è terminata 11-3 . Da segnalare l'ottima prestazione di Paolo... 



Di Veronica Palombo


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