martedì 19 aprile 2016

Il fu Mattia Pascal

E a chi non piacerebbe un'altra opportunità? Poter ricominciare da zero? Un nuovo nome e una nuova vita?, lasciare tutto indietro...
Mattia Pascal ricevette qualcosa che gli permise di scappare dalla sua vita: qualche notte a Montecarlo e il bacio della Fortuna, lì egli giocò alla roulette, fu come se qualcosa di divino volesse la sua vittoria. I soldi vinti tra il nero e il rosso e il verde e i pari e i dispari e tanti numeri gli permisero di cominciare una nuova vita, lontano dalle sue disgrazie e dal suo triste matrimonio. Ma questi soldi non sarebbero serviti a niente senza un altro colpo di fortuna, l'unico motivo per il quale egli non fu mai cercato... La Fortuna gli concesse la sua morte, e solo con la morte poteva vivere di nuovo.

Di Sebastian Loayza Raggio

giovedì 14 aprile 2016

El Burlador de Sevilla

La prima storia del più famoso amante che la letteratura abbia mai conosciuto: Don Juan Tenorioun'opera dall'origine misteriosa, chi ne sia stato lo scrittore rimane un mistero fino ad oggi, ma la maggior parte degli intellettuali concorda ormai nel riconoscere Tirso de Molina come artefice della trasposizione teatrale di questa famosa leggenda urbana.
Le vicende dell’eroe partono dall’Italia, egli è spinto solo dalla sua passione per le donne, passione che lo perseguirà fino alla sua amata Siviglia dove dovrà fare i conti con il suo destino. Nei lunghi viaggi percorsi molte donne cadranno ai piedi dell’ingannatore, il quale userà solo tranelli per ottenere il loro amore. Questo modus operandi significherà la sua disfatta.

-E chi ci ha sposato?
-I tuoi occhi.
-Con quale potere?
-Con lo sguardo.

Di Sebastian Loayza Raggio

mercoledì 23 marzo 2016

Una Canción Desesperada

Chi non ha mai sentito parlare delle poesie di Neruda? Poesie d’amori folli e disperatistorie d’amanti e cuori spezzati, versi nostalgici e sonetti infiniti.
Tutto in te fu naufragio! Canta il poeta alla donna amata mentre la ricorda tristemente nella freddezza della notte, lui l’amò e l’amerà per sempre e questa sarà la sua condannaquesto eral'amore per Neruda: sentire e soffrire e soffrire ancora, ma amare e non smettere mai d’amare. 
La donna amata è il mare che fa naufragare il poeta nelleterna disperazione e lo lascia perso in mezzo al nulla con le sue disgrazieIl mio desiderio di te fu il più terribile e breve”.
Alla fine del poema il poeta decide che è l'ora di partire, deve andare via, deve lasciare il passato, ma allo stesso tempo che “tutto in lei fu naufragio!”

Di Sebastian Loayza Raggio

venerdì 11 marzo 2016

William Cullen Bryant and The Prairies

D’improvviso, soffia un vento più fresco e infrange il mio sogno e solo mi ritrovo nella terra selvaggia”, d’improvviso… chi se lo sarebbe aspettato? Sognando tra gli alberi, tra gli animali, vicino all’acqua che scorre portando i pesci chissà dove, senza sapere se arriverà una tempesta o cadrà la notte, tra suoni sublimi e immensi, canti d’uccelli celestiali e ruggiti tranquillima svegliare un poeta lo poteva fare solo il Vento. D’improvviso il poeta ritrovò la Natura, si svegliò da un sogno infinito nel quale aveva conosciuto i segreti del tempo e del passato, Cullen Bryant scoprì l’eternità… e chi non vorrebbe farlo?

di Sebastian Loayza Raggio

sabato 27 febbraio 2016

The Raven

Scrisse Poe nella sua famosa poesia Il Corvo: “Scrutai a lungo in quelle tenebre, sostai a lungo stupore e timore,/ dubbioso, sognando sogni che mai un mortale osò prima sognare;/ ma il silenzio era assoluto, e l’oscurità non dava alcun segno”; le tenebre ci circondano sempre, la morte si muove intorno a noi, la vita è il lume dell’esistenza e noi mortali guardiamo sempre l’infinita oscurità, la guardiamo con la luce che abbiamo e speriamo che la fiamma della nostra lanterna non si spenga col vento della notte prima di trovare ciò che cerchiamo: risposte. Poe trovò nelle tenebre un Corvo, un profeta, un demone, la stessa notte, tutto tranne un uccello; e il corvo non se ne sarebbe andato mai più, sarebbe restato in quella  stanza per sempre.
 
di Sebastian Loayza Raggio

sabato 21 novembre 2015

venerdì 13 novembre 2015

Alla scoperta di Alda Merini: la "piccola ape furibonda"

Alda Merini (1931 – 2009) è una delle voci poetiche più originali e significative di tutto il ‘900. Ha vissuto esperienze drammatiche, come l’internamento per 15 anni in manicomio e questa sofferenza interiore è ben presente nelle sue brevi ed intense liriche.
Questa “ donna non addomesticabile” , sincera con se stessa e con coloro che le erano attorno, così ricordava quegli anni terribili: “Ero matta in mezzo ai matti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita”.
Il suo stile è apparentemente facile. Utilizza parole comprensibili da tutti, di uso quotidiano, ma sapientemente scelte e disposte.
 Il lettore rimane progressivamente coinvolto, fino alla totale immedesimazione,  anche perché i temi trattati sono quelli che tutti sperimentano: solitudine, amore, dolore, tenerezza, abbandono, angoscia, desiderio di infinito…
Presentiamo alcuni dei suoi versi più famosi, nella speranza di suscitare nei giovani lettori il desiderio di approfondire la conoscenza di questa donna straordinaria. 

Articolo di frére Emanuele Costa

Ungaretti

Nella mia vita ho letto tanti tipi di poesie, col tempo le mie letture sono arrivate alla mia anima, la poesia è entrata nel mio sangue ed è nata una passione per i versi. E adesso mi trovo qui, seduto davanti alla mia scrivania, scrivendo con la speranza di svegliare questi sentimenti  nei cuori altrui.
 
Sulla Poesia – I
Il mio poeta moderno preferito è Giuseppe Ungaretti, egli è una delle mie grandi ispirazioni e forse si trova tra i più grandi del suo secolo. Era uno dei pochi che potevano mettere insieme semplicità e complessità nella sua poesia, poteva plasmare i sentimenti più sublimi in un paio di versi o frasi o addirittura parole e tuttavia, non perdeva l’abilità d’estendere una sola esperienza a pagine di poesia. Un Poeta, un Soldato, un Uomo, Ungaretti racconta la storia della sua vita attraverso le parole e le pagine piene di sentimenti; egli fece questo per far sì che ogni lettore potesse capire l’impressione dietro l’ispirazione: i suoi libri sono carichi d’Amore e Gioia, di Meraviglie e Nostalgia, i suoi versi sono pieni di Memorie e Dolore. Per scrivere egli rivive ogni esperienza con la poesia, perché solo la poesia stessa gli ricorda quanto ha cambiato. “Si sta/come d’autunno/sugli alberi/le foglie” sono versi che riportano al poeta ai suoi tempi di guerra; anche se queste parole non svegliano lo stesso sentimento quando vengono lette in un'altra lingua che non è Italiano, esse possono sempre far sentire la tristezza della guerra, l’amara idea di veder le persone morire accanto a te, “E forse io solo/so ancora/che visse” disse Ungaretti mentre ricordava uno dei suoi amici, un soldato che morì solo commettendo suicidio per  non potersi adattare a questo mondo dopo la guerra. “M’Illumino/D’Immenso” è un componimento breve chiamato Mattina che descrive questo sentimento indescrivibile delle mattine; così poche parole.. eppure spiegarle mi sembra impossibile.

Articolo di Sebastian Loayza Raggio

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