lunedì 23 dicembre 2019

La tasca - Un racconto di Tancredi Bendicenti parte 2



“È la tua pagella. L’ho cucita io lì. Tieniti stretta la giacca, non te la togliere mai”
Un uomo li venne a prendere. Suo padre rimase davanti alla porta. Sorrideva forzatamente, ma aveva gli occhi rossi. Il suo sguardo e la sua espressione parlavano lingue differenti. Il ragazzo all’inizio fu silenzioso.

venerdì 20 dicembre 2019

La tasca - un racconto di Tancredi Bendicenti parte 1


«Τοίους γὰρ κατὰ κῦμα πολυφλοίσβοιο θαλάσσης
ἔκλυσεν· οἰδαλέους δ᾽ ἀμφ᾽ ὀδύνηις᾽ ἔχομεν
πνεύμονας»
“Infatti tali sono quelli che l’onda del mare sonoro
inghiottì e per il dolore abbiamo gonfi
i polmoni”
(Archiloco, Elegia del naufragio)
I.                      


Il sentiero che portava al pozzo era tortuoso. La polvere strangolava i viaggiatori, penetrando nelle narici e nella bocca. Ricopriva la pelle di una patina asciutta e fluida, difficile da grattar via. Miseri arbusti costellavano la strada di terra, appiattita dai passi di pendolari assetati. Il ragazzo pensava a una distesa di acqua infinita, al mare. Non lo aveva mai visto. La sua terra era lontana dalla costa.

mercoledì 18 dicembre 2019

Il sussurro del De Merode




Caro Diario,
A volte mi chiedo se sono ancora la stessa persona che varcava per la prima volta la soglia di questa scuola. Ingenua, vagamente influenzabile e tuttavia piena di idee originali. Ricca soprattutto di idee e ideali. Ma nel mio mondo, non in questo. Ti capita a volte di sentire come un brivido di terrore attraversarti la schiena, giungerti al cuore per poi abbandonarti un attimo dopo con la sensazione di aver scampato un pericolo?

lunedì 16 dicembre 2019

“SHARE YOUR DREAMS”



È un martedì di inizio dicembre. I negozi di Via del Corso giocano a illuminare i passanti. Due giorni alla prima. Fa freddo. È buio. Sento le note sfumate di “Come Alive” già dal cortile. Finalmente entro. Il teatro è preso da una calma frenetica.  Chi danza e balla sul palco. Chi sposta le luci. Chi si occupa del suono. Chi, seduto in platea, si gode, per l’ennesima volta, uno spettacolo ancora nuovo. Inizierei col dire che tre parole emergono come denominatori comuni da queste interviste: fatica, divertimento, gruppo. Traspare, dietro le battute e la stanchezza, un autentico desiderio di crescita comune, attraverso gli errori, le soddisfazioni e gli sfinimenti di un impegno quasi trimestrale. Un’esperienza, dice Flavia Gatti (Anne Wheeler),

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