«Τοίους γὰρ κατὰ κῦμα πολυφλοίσβοιο θαλάσσης
ἔκλυσεν· οἰδαλέους δ᾽ ἀμφ᾽ ὀδύνηις᾽ ἔχομεν
πνεύμονας»
“Infatti tali sono quelli che l’onda del mare
sonoro
inghiottì e per il dolore abbiamo gonfi
i polmoni”
(Archiloco, Elegia del naufragio)
I.
Il
sentiero che portava al pozzo era tortuoso. La polvere strangolava i
viaggiatori, penetrando nelle narici e nella bocca. Ricopriva la pelle di una
patina asciutta e fluida, difficile da grattar via. Miseri arbusti costellavano
la strada di terra, appiattita dai passi di pendolari assetati. Il ragazzo pensava
a una distesa di acqua infinita, al mare. Non lo aveva mai visto. La sua terra
era lontana dalla costa.